La Stampa 16.6.16
La sinistra “populista” negli Usa spiegata da Bernie Sanders
In America la parola non ha la nostra connotazione negativa
di Gianni Riotta
Chi
ricorda in Europa il socialista Eugene Debs, che alla fine del XIX
secolo animò l’America, fondando il sindacato Iww, o Vito Marcantonio,
deputato italoamericano di Harlem, rieletto fino alla fine degli Anni
Quaranta dal Partito Laburista Americano, ai tempi in cui il quartiere
nero di New York contava 40.000 iscritti al Partito comunista Usa? O il
vicepresidente di Roosevelt, Wallace, sostituito nel 1944 da Truman
perché troppo di sinistra? La storia dei progressisti americani è
stemperata in amnesia, tra memoria romantica, gli anarchici Sacco e
Vanzetti giustiziati, John Reed, cronista della Rivoluzione russa
sepolto al Cremlino, e freddezza analitica dei professori Lipset e
Marks, che nel saggio del 2000 It did not happen here, spiegano come gli
americani detestino la sinistra all’europea.
La corsa alla
nomination democratica per la Casa Bianca del senatore socialista del
Vermont Bernie Sanders, pur battuto dall’ex First Lady Hillary Clinton,
ha ricordato quanto antiche e profonde siano le radici «progressive» in
America. Un outsider alla Casa Bianca, tradotto da Jaca Book, è la
riedizione del saggio di Sanders e Huck Gutman che, nel 1996, narrava le
gesta del laburista di sinistra che da sindaco di Burlington (eletto
nel 1981, non 1980, come scrive erroneamente la prefazione) da deputato e
poi senatore ha difeso i sindacati, attaccato le guerre, parlato di
ambiente, spiegato in un discorso durato 8 ore al Senato che perfino il
presidente Obama è troppo legato a Wall Street e dimentico dei
lavoratori e dei poveri.
Il libro, introdotto dal giornalista
D’Eramo, è arricchito da una postfazione di John Nichols, editorialista
del settimanale progressista The Nation (lo ricordo, giovanissimo,
combattivo sui banchi della scuola di giornalismo alla Columbia
University). Il lettore europeo si divertirà con gli aneddoti (Sanders,
ancora laburista, parla a un comizio con il celebre pediatra dottor
Spock, che deve però interrompere il discorso per il grido «C’è un
medico in sala?») e imparerà da Nichols che, mentre la sinistra del
vecchio continente rigetta come un insulto l’etichetta «populista»,
Sanders la accoglie con orgoglio.
Il populismo di sinistra,
opposto a quello di destra di Trump, anima l’America dove tecnologia e
globalizzazione hanno lasciato troppi operai e impiegati senza lavoro.
La rincorsa di Sanders radicalizza i democratici, la neoliberista
Hillary attacca Wall Street ad ogni passo, e così, pur sconfitta, fa
storia. La strategia sarebbe fare negli Usa come «in Danimarca,
Finlandia, Svezia e Norvegia», dimentichi però che i paesi del welfare,
insieme, hanno meno abitanti della California. Questo pamphlet va dunque
letto da chiunque, convinto o meno che il mercato sia un Inferno,
voglia però capire cosa emoziona milioni di americani e perché anche da
noi la sinistra raziocinante, a Roma e Napoli, soffra davanti ai
populisti, usando finalmente la parola nel senso scientifico, non come
insulto.