mercoledì 15 giugno 2016

La Stampa 15.6.16
Super-reti di neuroni e schede dei videogiochi
«Così costruiremo un cervello sintetico»
di Gabriele Beccaria

Come si costruisce una mente sintetica? Seguendo la strada della Natura, vale a dire imitando quella biologica. Sembra facile e non lo è affatto. Ma la corsa sta accelerando e adesso l’Intelligenza Artificiale fa sempre più notizia. Giorno dopo giorno. Impara a pilotare auto e guidare camion, a riconoscere volti e immagini, a tradurre da una lingua all’altra e a elaborare diagnosi mediche. Perfino a vincere gli umani nell’antico e complicatissimo gioco Go.
Il segreto - spiega Giorgio Metta, uno dei padri del robot umanoide iCub - consiste «nell’intreccio tra le schede grafiche usate per i videogiochi e le reti neurali». Vale a dire processori veloci e potenti accoppiati a modelli che replicano le proprietà dei neuroni del nostro cervello. Così le menti non umane affinano le loro capacità, con l’obiettivo - aggiunge Metta - «di dimensionare ogni sistema per il tipo di problema da risolvere».
Non è un caso che ora squadre di neuroscienziati, matematici, informatici e specialisti di robotica imparino a lavorare insieme. Mentre insegnano alle macchine ad apprendere, si sforzano di contaminare saperi tecnici e linguaggi gergali per costruire l’AI - l’Artificial Intelligence - del XXI secolo: si incontreranno la prossima settimana a Sestri Levante e, in un meeting organizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova con il «Center for Brains, Minds and Machines» di Boston e il Max Planck Institute for Biological Cybernetics di Tubinga - discuteranno gli scenari futuri, che in realtà sono sempre più imminenti.
«Solo pochi giorni fa - ricorda Metta - la Casa Bianca attraverso la National Science Foundation ha reso noto un documento sull’AI, descrivendola come uno dei temi-chiave da portare all’attenzione del prossimo Presidente». Che sia Trump o Hillary, i neuroni artificiali si stanno scaldando.