La Stampa 15.6.16
Guerriglia urbana per le vie di Parigi
Continua la protesta contro la riforma del lavoro: “In piazza 1,3 milioni”
Vetrine infrante, bici bruciate, colpito un ospedale: 58 fermi e oltre 40 feriti
di Paolo Levi
Sassi,
bastoni, bottiglie, vetrine infrante, auto rovesciate e bici in fiamme.
Addirittura l’assalto all’ospedale pediatrico in cui è ricoverato
l’orfano dei due poliziotti uccisi da uno jihadista dell’Isis.Nella
Francia dell’Euro e dei veleni non bastava l’allerta massima per il
terrorismo. A Parigi la manifestazione indetta dai sindacati contro la
riforma del lavoro si è subito trasformata in un campo di battaglia. Una
giornata da dimenticare, per questa già pesantissima primavera
francese, degenerata nel caos e nella guerriglia urbana, con una
quarantina di feriti, tra cui almeno 29 poliziotti, e 58 fermi tra le
fila dei casseur.
A fine giornata, nel consueto balletto di cifre,
i sindacati hanno parlato di 1,3 milioni di persone in piazza. Molto
più prudente la questura, secondo cui alle manifestazioni ha partecipato
un massimo di 125.000 manifestanti. Sicuro è che questa volta le frange
estreme sono state molto più numerose e violente. Una furia cieca messa
in campo da autonomi e black bloc vestiti di nero, con caschi, cappucci
e maschere da sci, che poco aveva a vedere con la pacifica
contestazione del Jobs act di Hollande. Philippe Martinez, il leader
della Cgt che ormai da quattro mesi guida la mobilitazione, deplora che
il governo socialista «si ostini» a non ritirare la riforma. Venerdì il
baffuto leader sindacale di origini spagnole, come l’inviso premier
Manuel Valls che non vuole cedere nulla, sarà ricevuto dal ministro del
lavoro, Myriam El Khomri. Fino ad allora difficile capire se una
schiarita è possibile o se la mobilitazione continuerà a pesare su Euro
2016, dopo settimane di scioperi in settori chiave come i trasporti,
l’energia o la raccolta dei rifiuti, con effetti devastanti per
l’immagine del Paese. Nei giorni scorsi, il capo della Cgt aveva
condannato ogni forma di violenza.
Ieri le ore più difficili sono
state quelle del pomeriggio. E a nulla sono serviti gli appelli alla
calma lanciati dal ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, già alle
prese con la minaccia jihadista, gli hooligans, e l’immensa sfida della
sicurezza nelle dieci città che ospitano l’europeo. Partita alle 13.15
da Place d’Italie la manifestazione è sfociata quasi subito nel caos.
Centinaia di manifestanti con il passamontagna hanno cominciato a
bersagliare le forze dell’ordine con tutto ciò che trovavano sotto mano.
Immediata la replica della Police Nationale. Lacrimogeni, proiettili di
gomma, idranti, per la prima volta un cannone ad acqua: la polizia in
assetto antisommossa ha usato tutti i mezzi a disposizione per replicare
alla furia devastatrice dei casseur. Ma non c’è verso, nel giro di
un’ora la violenza dilaga lungo l’intero tracciato. All’angolo tra
Boulevard Raspail e Boulevard Montparnasse, nel cuore della rive gauche
parigina, un uomo finisce a terra colpito alla schiena dal lancio di un
razzo. Sarà uno dei primi feriti della lunga giornata. Ne seguiranno
altri a stretto giro di posta. Vetrine dei negozi, pensiline dei bus,
cartelli stradali, il curatissimo arredo urbano della capitale, nulla
sfugge alla piena dei teppisti. Nemmeno i Velib’, il sistema di bike
sharing parigino che è il più grande lascito dell’ex sindaco Bertrand
Delanoe, viene risparmiato. I copertoni di alcune bici sono dati alle
fiamme. Nelle immagini trasmesse dalle reti all news un facinoroso con
volto coperto e bastone tenta di scagliarne una contro le camionette
della polizia, mancherà per un pelo il bersaglio, prima di battere in
ritirata nella nuvola acre dei lacrimogeni. Gravemente vandalizzato
anche l’ospedale pediatrico Necker. Nel centro ospedaliero sono almeno
15 le vetrate distrutte. L’accaduto ha suscitato sdegno sui social media
e tra i rappresentanti politici. Su Twitter la ministra della Salute,
Marisol Touraine, ha definito quello dei casseur «un attacco
insopportabile, vergognoso» ed espresso il proprio sostegno ai
professionisti che lavorano accanto ai pazienti.