martedì 14 giugno 2016

La Stampa 14.6.16
Sul voto pesano anche le scelte del governo e le tasse locali
di Marcello Sorgi

Il conto alla rovescia per i ballottaggi (con oggi siamo a meno quattro su venerdì, giorno di chiusura dei comizi) fa crescere il nervosismo in tutti gli schieramenti. Circolano sondaggi informali, impossibili da pubblicare, che danno il testa a testa, sia a Torino tra il sindaco Fassino, candidato a succedere a se stesso, e l’agguerrita sfidante 5 stelle Appendino, sia a Milano, tra Sala e Parisi. A Bologna la tensione è cresciuta dopo che il candidato centrista (ma in realtà ex-leghista) Manes Bernardini ha lasciato capire che tra le file dei suoi elettori è più forte la voglia di schierarsi contro il sindaco Merola e a favore della salviniana Borgonzoni. A Roma, sebbene Giachetti sia in rimonta, la Raggi resta in vantaggio. A Napoli De Magistris tiene.
Per quanto Renzi si sia affannato a ripetere che queste sono elezioni locali e in nessun modo il risultato potrà ribaltarsi sul destino del governo, tra i suoi collaboratori un calcolo di massima sulle conseguenze del 19 giugno si comincia a farlo. Messo in conto, a meno di un miracolo, il successo della candidata grillina nella Capitale - una novità assoluta, destinata ad avere, se si realizzerà, un peso mediatico e politico enorme - la linea di galleggiamento passa per la vittoria, da strappare anche all’ultimo voto, di Sala a Milano e la conferma dei due primi cittadini a Torino e a Bologna. Se poi anche Trieste, capovolgendo le previsioni, dovesse dar fiducia all’amministrazione uscente di centrosinistra, il quadro uscito dalle urne sarebbe assolutamente gestibile, e Renzi potrebbe rapidamente archiviarlo - in attesa di vedere all’opera a Roma la Raggi e la sua giunta stellata - per tornare a dedicarsi alla campagna per il referendum di ottobre.
Ma, ecco, questo che sembrava un obiettivo ragionevole all’indomani del primo turno, si sta via via rivelando più difficile del previsto da raggiungere. Giorno dopo giorno, l’idea che l’azione del governo possa funzionare come fattore di recupero appare come un’illusione: la scadenza fiscale di domani per la presentazione della denuncia dei redditi conta più di qualsiasi promessa di tagli alle tasse l’anno venturo, e inoltre le amministrazioni stanno inviando nelle case dei contribuenti le bollette per il pagamento del tassa sui rifiuti, che prelude all’arrivo degli altri tributi locali. Sono questi avvisi, inviati per posta casa per casa, a influire sull’umore degli elettori molto più di qualsiasi novità della campagna elettorale, che peraltro procede assai stancamente negli ultimi appuntamenti prima del voto.