domenica 12 giugno 2016

La Stampa 12.6.16
Ossessione e vendetta
Fan che odiano le stelle
Chapman uccise Lennon dopo avergli chiesto un autografo
di Alberto Infelise

«Hey, Mr. Lennon». John e Yoko alzano lo sguardo. Davanti a loro il volto tirato di Marc Chapman. Lo hanno visto poche ore prima, nel pomeriggio, mentre l’ex Beatle usciva dalla sua abitazione davanti a Central Park, Manhattan, il Dakota Building, per andare agli studi di registrazione. Chapman aveva chiesto un autografo a Lennon. Il fotografo Paul Goresh assiste alla scena e scatta l’immagine più importante della sua vita.
Ora sono le 22,52, fa freddo a New York: è l’8 dicembre del 1980. La coppia più famosa della storia del rock sta rientrando a casa dal piccolo Sean. John e Yoko hanno appena il tempo di guardare Chapman: ha una pistola in mano. Esplodono cinque colpi. Quattro vanno a segno. Uno è fatale, trapassa l’aorta di Lennon. «Mi hanno sparato», mormora John accasciandosi sanguinante a terra. Morirà una ventina di minuti dopo al Roosevelt Hospital. L’assassino viene subito arrestato, non oppone resistenza. Nei suoi occhi lo sguardo allucinato della follia che l’ha portato a seguire Lennon e a ucciderlo perché lo considerava «un traditore». Era ossessionato Chapman, malato di dolore per quel successo che Lennon aveva avuto e a lui era stato negato. «Attraverso le lenti della malattia, mi sembrò l’unico modo per liberarmi dalla depressione cosmica che mi avvolgeva. Ero un nulla totale e il mio unico modo per diventare qualcuno era uccidere l’uomo più famoso del mondo, Lennon», disse Chapman in un’intervista.
Un anno dopo i giornali si riempiono di fotografie di un altro uomo dallo sguardo allucinato. Si chiama John Hinkley Jr. Come Chapman è devastato dal disagio mentale e dall’insuccesso. Una sola idea lo accalora. Fare qualcosa di grande per farsi notare dalla donna che egli ama, dalla quale è ossessionato, ma che vive in un mondo al quale lui non ha nessun accesso. La donna è Jodie Foster, l’attrice bambina di Taxi driver. Hinckley la segue, va a vivere vicino a lei, ma tutti i tentativi di farsi conoscere sono vani. Così decide di sparare al presidente degli Stati Uniti. Lo fa il 30 marzo del 1981, a Washington. Ronald Reagan, alla Casa Bianca da due mesi, viene colpito a un polmone, ma non muore. Hinkley ferisce altre tre persone. Anche lui si lascia arrestare. Non guarirà mai dalla sua ossessione per Jodie Foster.
Günther Parche era invece un accanito tifoso della tennista tedesca Steffi Graf. Non sopportava che la sua connazionale fosse numero due al mondo, dietro alla serba Monica Seles. Così decise di armarsi di coltello e raggiungere Amburgo, dove la Seles stava giocando contro la bulgara Maleeva. Parche aspettò che la Seles raggiungesse la sua sedia tra due game. Entrò a bordo campo e accoltellò Monica. La ferita alla spalla non si rivelò grave, quella all’anima della giocatrice profondissima. E Steffi Graf ritornò la numero uno.