La Stampa 10.6.16
La scelta di Marino: “Voterò per Raggi”
L’endorsement dell’ex sindaco di Roma per la grillina: “Non posso proprio votare Giachetti”
L’ex sindaco: “Lei intelligente e determinata. Renzi dovrebbe ammettere la porcheria su di me”
intervista di Jacopo Iacoboni
Ignazio Marino, si sta prendendo una rivincita, con le elezioni romane?
«No.
A me quello che sta succedendo, il trionfo della Raggi e il Pd che
arranca, non fa affatto piacere. Ma era inevitabile che accadesse. È in
atto una strategia suicida del Pd, un partito che ho contribuito a
fondare ma così com’è dev’essere totalmente rifondato. Questo non è il
mio Pd, un partito che silura il suo sindaco, umilia la città mandando
un commissario e poi cerca di imporre come sindaco un fedelissimo del
premier ex capo di gabinetto di Rutelli».
I suoi elettori, quelli che vennero a fare manifestazioni in Campidoglio, per chi hanno votato?
«Io
immagino che una parte non sia andata a votare; ma tra quelli che hanno
votato, non escludo che qualcuno abbia votato il Pd e che molti abbiano
votato per la Raggi; e una parte Fassina».
La Raggi come le sembra?
«Una
persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà; una
donna intelligente, dai tratti caratteriali anche severi, e con una
certa durezza. Non è intervenuta spesso in Consiglio comunale ma non era
il capogruppo del M5s. Denigrarla è stata un’altra delle manifestazioni
dell’arroganza di questa stagione del Pd, oltre che un grave errore
tattico».
Però chi votava Pd e ora vota Raggi a Tor Bella Monaca
lo fa forse anche per la paralisi in cui è precipitata la città. Lei ha
compiuto svolte su legalità e debito, ma non sente di aver fatto poco
per le periferie che abbandonano in massa il Pd?
«Ho lavorato due
anni per ristrutturare le fondamenta della casa, l’equilibrio economico
finanziario. Sulle periferie avevo disegnato un grande progetto che è
stato interrotto, come costruire finalmente gli allacci fognari alle
migliaia di romani che ancora oggi non li hanno. Per esempio, domando,
che fine hanno fatto i 47 milioni che avevo stanziato nel 2015 per
rifare totalmente l’illuminazione delle periferie, 192mila punti luce
che a Roma sono quasi ancora tutti con lampade a incandescenza? Orfini
lo sa? Renzi lo sa?».
Al ballottaggio per chi voteranno gli elettori di Marino?
«I
cosiddetti renziani già all’epoca delle europee del 2014 sostenevano
che avremmo avuto un tracollo a Roma per “l’effetto Marino”. Quando poi
in città il Pd superò la media nazionale e raggiunse il 44%,
dell’effetto Marino non parlarono più. Io al primo turno delle comunali
presi 550mila voti, oggi tutta la coalizione ne prende 260mila. Al
ballottaggio saranno ancora di più i miei elettori che voteranno per la
Raggi. Perché a quelli del primo turno si aggiungeranno anche molti che
non avevano votato. Sa ieri dov’ero?».
Dove?
«A Ostia. Miei
antichi elettori mi hanno detto “votiamo la Raggi per dare uno choc al
Pd”. Il segretario dei giovani democratici di Ostia mi ha invitato
domenica a un dibattito. Io gli ho detto che vado ma di chiederlo a
Orfini, gli ho chiesto se sapeva che il Pd dalla defenestrazione mi ha
bandito da qualsiasi discussione nei circoli. La verità è che dalle
periferie ci ha allontanato il commissario Orfini».
Sul voto deludente a Roma hanno pesato anche le perplessità di D’Alema, e la sua distanza?
«Certo.
C’erano quartieri di sinistra dove lui era di casa, dove noi prendevano
il 70 per cento e dove oggi il Pd perde disastrosamente».
Lei voterà turandosi il naso per Giachetti?
«Voterò
sicuramente, ma non voterò turandomi il naso, non sono tipo. Voterò
respirando a pieni polmoni. Vorrei due impegni: uno, la promessa scritta
che chi vince non farà più debito, quindi la continuità con la mia
gestione. Due, l’impegno a non fare più porcherie politiche come quella
imposta a me. Quindi io dico: se Giachetti si presenta con un foglio
firmato da Renzi in cui dice che è stata un’azione gravissima deporre il
sindaco con un atto notarile, lo voto. Altrimenti, mi dispiace, non
posso votarlo».