venerdì 10 giugno 2016

La Stampa 10.6.16
Incolto, disoccupato e bevitore
L’identikit del violento per l’Istat
Uno studio rivela le caratteristiche comuni con alcune sorprese: studenti categoria a rischio
di Rapaël Zanotti

Bassa scolarità, senza lavoro, non necessariamente amante dell’alcol, ma con una carica violenta, fisica e verbale, che va oltre l’ambito familiare. Non è facile fare l’identikit di chi è violento con le donne. Ogni storia ha uno sviluppo particolare. Ma alcune caratteristiche sono più comuni di altre e l’Istat ha provato a fotografarle in un ampio lavoro pubblicato nel 2015 dal titolo «La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia».
Cultura ma non solo
Partiamo dal titolo di studio. Che persone meno acculturate siano quelle più inclini alla violenza era prevedibile. Ma non quanto ci si aspetterebbe. Ogni 100 donne che hanno subito una violenza fisica nel corso della vita, infatti, solo 7-8 hanno il partner che al momento della violenza non aveva un titolo di studio o aveva la licenza elementare. Ma nel 4% dei casi avevano una laurea o un livello superiore. È interessante notare che, se si guarda alle donne, sono proprio quelle più acculturate quelle che denunciano di aver subito una violenza fisica.
Attenzione studenti
Anche la professione del partner è importante. Se guardiamo all’intero arco della vita, sono soprattutto gli uomini in cerca di occupazione a essere violenti (6,5%), ma è preoccupante un dato che riguarda le nuove generazioni. Se ci concentriamo sulle donne che hanno subito una violenza negli ultimi 5 anni o nell’ultimo anno (rispetto al periodo dell’indagine Istat) la categoria più violenta risulta essere quella degli studenti. Operai, dirigenti, impiegati, pensionati: tutte le altre categorie presentano minori inclinazioni alla violenza.
Bere o non bere è un’altra discriminante. E se è vero che solo nel 18% dei casi l’uomo violento beveva fino a ubriacarsi, è pur vero che quando questo elemento è presente lo è in modo continuo: nell’89% dei casi il violento lo faceva tutti i giorni.
Una prevenzione possibile
Individuare la violenza domestica, come si sa, non è sempre facile da individuare. Ma è anche vero che la prevenzione è meno difficile di quel che può apparire. Ci sono caratteristiche che l’uomo violento mostra anche in società e che sono segnali che amici, parenti, colleghi possono tenere sotto osservazione ed eventualmente segnalare prima che accada l’irreparabile.
Per esempio, l’uomo violento non usa solo le mani. Nel 41% dei casi pugni e calci sono accompagnati da violenza verbale e da comportamenti umilianti, di svalorizzazione della donna. Un atteggiamento che si estende anche oltre l’ambito familiare. Uno su quattro insulta e ha una carica di violenza verbale anche con altre persone al di fuori della famiglia.
Anche la violenza fisica tende a uscire dalle mura domestiche. Nel 37% dei casi le donne intervistate hanno dichiarato che il loro partner era violento anche la di fuori della famiglia. E la percentuale è probabilmente anche più alta considerando che una donna su tre dice non sapere se questo si verifica o meno mentre solo nel 4,3% dei casi le donne hanno risposto con un netto «no». Questo comportamento violento al di fuori della famiglia, tra l’altro, ha anche delle conseguenze. Oltre un uomo su due ha avuto problemi con la giustizia proprio per i suoi comportamenti.