lunedì 6 giugno 2016

Il Sole Domenica 5.6.16
Psicoanalisi. XVIII Congresso della Società Psicoanalitica Italian
Mappare la geografia della psiche
di Vittorio Lingiardi

Dal 26 al 29 maggio si è svolto a Roma il XVIII Congresso della Società Psicoanalitica Italiana: «Le logiche del piacere, l’ambiguità del dolore». Il titolo fa pensare a una frase di Virginia Woolf: «La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia l’altro d’angoscia, che ci dividono il cuore». Gioia e angoscia, piacere e dolore, e il loro inevitabile legame: tre giornate psicoanalitiche spese a cercarne declinazioni, logiche, ambiguità. Se non tutto, molto nasce dal ritmo psicobiologico della nostra relazione primaria, da quella madre che per Meltzer è sia Beatrice sia Belle Dame Sans Merci, rappresentazione primordiale di quella bellezza che Rilke chiama «l’inizio del tremendo».
Un conflitto che abita il neonato e che sempre Meltzer definisce «estetico» perché nasce dal contrasto tra la pacifica bellezza del corpo materno, fruibile dai sensi, e il suo interno enigmatico, da costruire con l’immaginazione. «Esplorando i territori che si estendono «al di là del principio di piacere – dice Tiziana Bastianini, segretario scientifico del Congresso – abbiamo compreso che la nostra vita psichica non si limita a ricercare occasioni edoniche, evitare motivi di dolore o mantenere equilibri fisiologici in dialogo con la realtà. La dimensione inconscia della psiche può sorprenderci e mescolare le carte della dialettica piacere-dispiacere. Al punto che il dispiacere di un sistema può diventare contemporaneamente la soddisfazione di un altro».
Il riferimento ai sistemi (penso ai sistemi affettivi di base e ai sistemi motivazionali), e quindi alle neuroscienze affettive (rivolte allo studio di processi mentali, funzioni cerebrali e comportamenti emotivi comuni a tutti i mammiferi), spiega la presenza di un ospite illustre, Jaan Panksepp, lo scienziato di origini estoni che venerdì 27 ha aperto i lavori. E più in generale spiega lo spazio dedicato alle dipendenze, vecchie e nuove, e alle forme di piacere e dolore a esse correlate: abuso di sostanze, dipendenze alimentari, internet addiction, compulsività sessuale. Un convegno che ci aiuta a capire, con l’impegno clinico e la riflessione teorica, la preoccupante espansione di un fenomeno che il Dsm-5, con le sue cento e passa pagine dedicate alle addiction, si limita a registrare ed elencare. Tout se tient.
Se l’anno scorso il premio Musatti era stato assegnato, per meriti neuroscientifici, a Vittorio Gallese, quest’anno la Spi ha deciso di assegnarlo alla Fondazione Olivetti, per la sua storia e le sue attività; e, per i suoi meriti editorali (molto divertente la sua intervista sul sito spiweb.it), a Raffaello Cortina, nel cui catalogo figurano peraltro, oltre allo stesso Gallese, anche Panksepp e il Dsm-5.
In che modo le «logiche del piacere», e i loro intrecci psicopatologici, cercano di aggirare, con diversivi potenti, talora socialmente legittimati, la preoccupazione e il dolore psichico? Cosa può dire la psicoanalisi quando gli stati dissociativi prendono il sopravvento e l’oggetto del piacere si disumanizza? Molte domande e molte risposte in un congresso finalmente pensato anche per giovani analisti e studenti in formazione, lontano dall’autoreferenzialità di una psicoanalisi che in gran parte ci siamo lasciati alle spalle. Un programma ricco di spunti, tenuti insieme da un filo conduttore pensato per illuminare territori dentro i quali altrimenti è facile smarrirsi. Anche per questo sono necessarie mappe e geografie della psiche: per provare a pensare i diversi piaceri e dolori del conoscere e del generare, dell’esperienza estetica e di quella somatica, del sogno e del gioco, della teorizzazione psicoanalitica e della cura.