Il Sole 9.6.16
Corte dei conti. In calo dell’1% anche la spesa 2015
Stipendi pubblici, dal 2010 riduzione di 11 miliardi
di R.Tu.
Una
sforbiciata secca del costo del lavoro di 11 mld dal 201o, con un calo
del 6,3%. E ancora un calo dell’1% l’anno scorso, nonostante le
previsioni di una ripresa delle retribuzioni. Con un esercito di 3,2
milioni di dipendenti che intanto è dimagrito del 7% dal 2008 al 2014,
con la scuola al top che ha fatto registrare il 9% in meno di
dipendenti, ma prima della “buona scuola”. Il personale pubblico ha
fatto la sua parte, e anche di più, in questi lunghi anni di crisi, dice
la Corte dei conti nella relazione 2016 sul costo del lavoro nelle Pa
presentato ieri al ministero della Semplificazione con la ministra
Marianna Madia.
Una relazione particolarmente puntuale, quella
della Corte dei conti, presentata dal presidente Raffaele Squitieri, dal
presidente delle sezioni riunite Angelo Buscema e dal consigliere Mario
Lispi Landi, alla presenza anche del presidente dell’Aran, Sergio
Gasparini. Puntuale perché si inserisce in un momento mini-contrattuale
particolarmente delicato. Ma anche per l’imminente varo di uno dei
tasselli della “legge Madia”: lo schema di Dlgs contro l’assenteismo,
che ieri ha ricevuto l’ultimo sì della Camera e ora attende soltanto
l’ormai imminente varo del definitivo del Consiglio dei ministri.
La
ministra Madia ieri ha ribadito che gli aumenti andranno «prima a chi
guadagna meno», fino a 28mila euro è un’ipotesi, e che «chi guadagna
200mila euro può aspettare». Tutto questo nonostante la Corte dei conti
non abbia evitato di sottolineare che i 300 mln stanziati dalla legge di
Stabilità 2016 per il rinnovo dei contratti coprano la «sola indennità
di vacanza contrattuale ». Di più: sono finanziati con «un nuovo
inasprimento delle politiche di contenimento delle assunzioni», col
risultato di riproporre «una misura che sembrava superata nella manovra
per il 2015».
Il costo del lavoro pubblico nel 2015 si sarebbe
attestato a 161,7 mld «con una sorprendente riduzione sul 2014», annota
la Corte dei conti nel ricordare che il Def addirittura stimava una
seppur lieve ripresa. Invece i tagli sono continuati, con l’effetto
principale del blocco del turn over e «il contestuale blocco di ogni
incremento retributivo». Il tutto, in una situazione del rapporto tra
costo del lavoro pubblico e Pil che «vede l’Italia collocata nell’Ue tra
i Paesi più virtuosi». Ma anche con un popolo di dipendenti più vecchio
e meno efficiente.