Il Sole 7.6.16
Il mirino fuori fuoco sul ceto medio
di Lina Palmerini
Per
chi governa ogni elezione è un utile indizio prima ancora che una
vittoria o una sconfitta. Come è accaduto ad altri premier europei, da
Hollande alla Merkel, le elezioni amministrative non mettono in bilico
il Governo ma segnano una rotta e quella che sembra di scorgere dalle
urne di ieri collega città diverse e soprattutto periferie di Nord e Sud
sull’unica scia di un malessere sociale. Se è vero, come appare dai
primi dati, che il Pd soffre nei quartieri più svantaggiati e mantiene
la presa sul centro delle borghesie medio-alte, è evidente che quello
sforzo di politica economica fatto finora da Matteo Renzi ha un difetto
nella mira. Che non è stata così ampia da comprendere proprio quel ceto
medio-basso che si voleva confortare dal punto di vista del reddito.
Un
ceto medio-basso che sta determinando tutte le elezioni, europee e
americana. Vengono in mente gli 80 euro ma naturalmente anche le
politiche del lavoro, il Jobs act coniugato con la decontribuzione, e
infine l’abolizione della tassa sulla casa. Un unico filo rosso che
doveva recuperare anche il “rosso” delle periferie, parlare ai ceti
tradizionali della sinistra, ritrovare la loro fiducia non solo politica
ma anche economica. Ma sembra che questo non sia accaduto se a Milano
come a Roma o Napoli, le aree metropolitane più in difficoltà hanno
girato le spalle al Pd o le hanno tenute voltate perché il fenomeno non
nasce da ieri.
È un’inclinazione - infatti - che il
centro-sinistra non riesce a correggere da tempo e che nemmeno la
politica economica di Renzi è riuscita a cambiare. Gli 80 euro che sono
stati il “manifesto” di un nuovo patto con il ceto medio non convincono,
come non ha convinto l’azzeramento della Tasi. Una volta ridurre la
tassazione sulla casa era il jolly da giocare in campagna elettorale,
una vincita sicura. Oggi non più. Non si sa se il Pd confermerà la festa
dell’addio alla Tasi il 16 giugno, sta di fatto che sembra non aver
regalato troppi consensi.
Questo voto può essere la spia di un
malessere sociale ed economico più profondo di quello immaginato. O
anche l’aspettativa delusa di un elettorato di sinistra che al Pd
chiedeva un’attenzione maggiore e forse diversa da quella avuta dai
governi di centrodestra. È un dubbio. Ma certamente la prossima legge di
Stabilità, che guarderà dritta l’appuntamento del referendum, terrà
conto dell’aria che si respirava ieri nelle città.