Il Sole 7.6.16
A Torino il Pd perde il primato, M5S al 31%
Fassino: un voto al ballottaggio per non fermare l’innovazione
Appendino: fondo da 5 milioni con i risparmi sullo spoil system
di Filomena Greco
Torino
Si riparte da capo. L’ultimo miglio di campagna elettorale per il
sindaco uscente di Torino, Piero Fassino, prende il via dal vantaggio,
quasi 11 punti, rispetto alla sua sfidante, Chiara Appendino (30,92%
delle preferenze). Per la candidata Cinque Stelle, invece, il punto di
partenza è il sorpasso in città del Movimento, a quota 30,01%, rispetto
al Pd che ha totalizzato il 29,77% delle preferenze, cinque punti
percentuali in meno rispetto alle comunali del 2011.
Neanche il
tempo di riprendere fiato che la campagna elettorale è ricominciata. Una
riunione con i rappresentanti della coalizione di centrosinistra e,
dopo, un incontro con i parlamentari del Pd per Piero Fassino. Già nei
commenti alle prime proiezioni Fassino guarda al 19 giugno e chiede un
voto per la guida della città per i prossimi cinque anni. La
disaffezione al voto, aggiunge, riflette la crisi sociale che il paese
sta attraversando. Fassino torna a difendere il processo di
trasformazione avviato per Torino, «chiederemo un voto per non
interrompere il percorso di innovazione che abbiamo perseguito in questi
anni e che ha consentito di contrastare la crisi e di contenerla e di
preparare la città per agganciare la ripresa».
Chiara Appendino
trascorre l’intera giornata nella sede del suo comitato elettorale. «Il
voto di Torino è un risultato storico– dichiara – l’ultimo ballottaggio
risale a 15 anni fa». Parla di «voglia di una forza propulsiva nuova» la
Appendino, «e noi siamo questa forza, i cittadini non devono più
sentirsi soli devono tornare a credere nella politica». Una manciata di
ore, per analizzare e riflettere, poi è tempo di ripartire con i
programmi e con il dossier alleanze in vista del doppio turno. «Il
nostro primo atto amministrativo – ribadisce Chiara Appendino
riprendendo uno dei temi della prima fase di campagna elettorale – sarà
il taglio del 30% di quello che abbiamo definito lo spoil system di
Fassino, il sistema di portaborse e dirigenti fiduciari che decadono con
il sindaco. Con le risorse recuperate costituiremo un fondo da 5
milioni per inserire i giovani nelle Pmi».
Alla voce accordi e
alleanze in vista del secondo turno, la cautela la fa da padrona. Al
ballottaggio «mi rivolgerò a tutti i cittadini torinesi, compresi gli
elettori Cinque Stelle – spiega Fassino –. Non mi pare che il contesto
incoraggi operazioni di tipo politicistico». Già nelle prime settimane
di campagna elettorale il primo cittadino uscente aveva raccolto
l’endorsement di una fetta del centrodestra piemontese – Enzo Ghigo, ex
presidente forzista della regione, e Michele Vietti – che ha corso
diviso. Raccogliendo il 5,32% in capo a Osvaldo Napoli, il 5,05% per
Roberto Rosso (Udc) e l’8,39% per Alberto Morano, sostenuto da Fratelli
d’Italia e Lega che in Piemonte, a Novara, ha un candidato al
ballottaggio, come ricordato da Salvini. Per ora, l’unico a sbilanciarsi
è Roberto Rosso che si è detto pronto a votare al ballottaggio chi
appoggerà il suo piano per la sicurezza.
Anche per la candidata
del Movimento Cinque Stelle la priorità non sono le poltrone in cambio
di voti. «Se ci saranno convergenze dovranno essere sul programma»
aggiunge. È possibile che il voto “antisistema” della Lega comunque
possa convergere sulla Appendino. Per ora i giochi restano aperti, anche
a sinistra del Pd dove Giorgio Airaudo è rimasto sotto la soglia del
4%. La politica delle divisioni non ha pagato, ha sottolineato Fassino
riferendosi alla corsa alla sinistra del Pd. Le stesse parole le ha
usate Osvaldo Napoli per commentare il risultato di Fi in città.