mercoledì 1 giugno 2016

Il Sole 1.6.16
Francia, scintille sindacato-Medef
Il presidente degli industriali Gattaz contro la Cgt: «Agiscono come terroristi»
Le proteste sociali in Europa. Iniziato lo sciopero delle ferrovie, la paralisi dei trasporti mette a rischio gli Europei
di Marco Moussanet

Parigi. Mentre il Governo cerca disperatamente una via d’uscita allo scontro con i sindacati radicali sulla legge di riforma del mercato del lavoro, a dieci giorni dall’inizio degli Europei di calcio, le tensione diventa altissima tra la Cgt (il sindacato vicino al partito comunista che guida le proteste) e il Medef, la Confindustria francese. I cui rapporti raggiungono un livello di conflitto del tutto inedito.
Ad aprire il fuoco – dopo settimane di blocchi, picchetti, manifestazioni violente – è stato il presidente del Medef, Pierre Gattaz. Prima con un’intervista al quotidiano Le Monde e poi durante un incontro con alcuni giornalisti.
«Non ne possiamo più – ha detto Gattaz – siamo stufi, ne abbiamo piene le tasche. Bisogna che si intervenga per far rispettare lo stato di diritto, per non cedere al ricatto, all’intimidazione. Perché è evidentemente questa la concezione del dialogo che ha la Cgt. Bisogna fare in modo che minoranze le quali si comportano un po’ come dei mascalzoni, come dei terroristi, non paralizzino il Paese. Minoranze rivoluzionarie dalle motivazioni palesemente politiche che cercano di bloccare l’economia».«Basta – ha aggiunto – con l’omertà nei confronti della Cgt. Che da anni usa nelle imprese i metodi dell’intimidazione, del terrore, della violenza. Basta con la logica tutta francese della lotta di classe, con gli imprenditori additati come dei farabutti che sfruttano i lavoratori».
Dichiarazioni alle quali il segretario della Cgt, Philippe Martinez, ha risposto annunciando una querela per diffamazione. Cui il Medef ha reagito invitando ufficialmente (con un comunicato di Gattaz) «tutte le imprese il cui regolare funzionamento è reso difficile dai blocchi, a presentare una denuncia per ostacolo alla libertà di lavorare, come previsto dall’articolo 431-1 del Codice penale». E ha attivato una “cellula di crisi” per aiutare e sostenere le aziende in questa iniziativa, per fornire la consulenza di cui potrebbero aver bisogno. Intanto la Cgt getta tutte le sue forze in campo per cercare di dare la spallata finale al Governo. Il principale centro di trattamento rifiuti della regione parigina è fermo. Ieri sera è iniziato lo sciopero a oltranza dei ferrovieri ( che alla protesta in difesa delle loro attuali norme contrattuali hanno appunto aggiunto quella contro la riforma), domani inizieranno quelli dei trasporti pubblici parigini (a tempo indeterminato) e dei controllori di volo (tre giorni). Con i piloti di Air France che hanno già annunciato un’agitazione di «almeno sei giorni» nell’ambito di una vertenza aziendale sulla riduzione dei costi.
Il rischio del caos è insomma molto concreto. Un rischio che la Francia non può permettersi. Il premier Manuel Valls, pur ribadendo l’intenzione di «non indietreggiare, perché sarebbe un grave errore politico», ha telefonato a Martinez per cercare di riannodare il filo del confronto. Ma i margini di manovra sembrano molto stretti. La Cgt, a quanto pare, sarebbe disposta a rinunciare alla richiesta di un ritiro del provvedimento, ma chiede modifiche tali da rendere la riforma del tutto inutile e anzi persino dannosa per le imprese. E il Governo deve stare attento a fare concessioni che lo metterebbero in difficoltà nei rapporti con i sindacati riformisti che per ora lo sostengono.
Il presidente François Hollande, dal canto suo, appoggia certo a parole Valls, ma intanto moltiplica le concessioni alle varie categorie: rinuncia ai tagli alla ricerca (per 140 milioni), distribuisce aumenti agli insegnanti (per un miliardo in due anni), incarica il ministro dei Trasporti di fare pressioni sulle Ferrovie affinché lascino perdere la richiesta di una maggiore flessibilità degli orari (il presidente delle Ferrovie ha minacciato le dimissioni).
In questo clima di confusione totale – che offre al mondo l’immagine di una Francia ingovernabile – il Dipartimento di Stato Usa ha ricordato che l’emergenza vera resta quella del terrorismo. Con una nota in cui avverte i propri cittadini che hanno in programma di recarsi in Europa nelle prossime settimane: «C’è il rischio di attentati contro siti turistici, ristoranti, centri commerciali e mezzi di trasporto». La situazione «in Italia e in tutta Europa richiede la massima attenzione - ha commentato Lamberto Giannini, direttore del Servizio antiterrorismo - l’attenzione è alta, ma non ci sono segnali specifici».