mercoledì 1 giugno 2016

La Stampa 1.6.16
In tv la battaglia per Roma finisce tutti contro Raggi
Un match ingabbiato nella formula “americana”. Ma sul finale la grillina provoca: “Siete tutti uguali”. E lo scontro si accende
di Fabio Martini

La battuta più significativa del confronto televisivo, su Sky, tra i cinque candidati sindaco di Roma l’ha pronunciata Roberto Giachetti, del Pd, e non riguarda la politica e neppure l’amministrazione capitolina. Al conduttore che chiedeva a tutti cosa avrebbero fatto se si fossero trovati sulla scena dell’aggressione alla giovane Sara, poi bruciata viva, il candidato del Pd ha risposto: «Io non lo so se mi sarei fermato». Risposta inattesa e sincera, che restituisce la novità di una campagna elettorale a bassa intensità demagogica, una caratteristica che in gran parte ha contraddistinto anche il confronto televisivo andato in onda ieri sera su Sky Tg24, tra i cinque candidati più «quotati» a sindaco di Roma: Virginia Raggi, del Movimento Cinque Stelle; il «civico» Alfio Marchini appoggiato da Forza Italia: Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia; Stefano Fassina, di Sinistra italiana e Roberto Giachetti, del Pd, il partito che ha guidato il Campidoglio prima dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale, di fatto deciso su «ordine» di Matteo Renzi e formalizzato con la firma dei consiglieri pd davanti allo studio di un notaio anziché nella sala di Giulio Cesare.
Certo, non sono mancate punzecchiature, anche al veleno. Promosse soprattutto da Virginia Raggi che, a freddo, si è rivolta a Giorgia Meloni: «Lei che non si vergogna del suo passato fascista», con la Meloni che, almeno sul punto, non ha replicato. E sempre la candidata Cinque stelle a Marchini: «Non l’abbiamo mai vista in Campidoglio...» E Marchini alla Raggi: «Il 60 per cento dei vostri amministratori sono indagati...». E quando la Raggi non ha attaccato direttamente i suoi sfidanti, ha cercato di segnare la distanza tra sé e gli altri: «Siete esponenti dei vecchi partiti, avete avuto il tempo e non avete fatto niente, parlate al futuro ma per voi parla il passato».
La maggiore curiosità, tra gli addetti ai lavori ma anche tra i telespettatori, era proprio per Virginia Raggi, rivelazione di queste elezioni romane: fino a due mesi fa del tutto sconosciuta al grande pubblico, la candidata del Cinque Stelle grazie al suo stile (grintosa, senza essere aggressiva, almeno fino a ieri sera) è risultata in tutti i sondaggi la prima nelle intenzioni di voto. E dunque, nel dibattito televisivo, si poteva immaginare lo «schema di gioco», tutti contro la Raggi. L’esponente del Cinque Stelle ha provato a giocare d’anticipo: attaccando lei tutti gli altri. E gli altri alla fine hanno reagito. Giachetti ai Cinque Stelle: «Non vengano a dare lezioni», indicando casi di cadute di stile di esponenti «grillini». Ma il più efficace nel rintuzzare la Raggi è stato Stefano Fassina: «Non mi associo agli attacchi ai Cinque Stelle, ma alla Raggi dico: non ci sono “noi e loro” e pretendo rispetto per le persone».
Per il resto risposte tutte molto puntuali e poco politiche. L’unica e più profonda diversità si è manifestata sulle Olimpiadi 2024, per le quali Roma si è candidata. Anche su questo argomento Virginia Raggi, nel suo netto no alle Olimpiadi, ha confermato di avere una posizione radicalmente diversa dagli altri, rivendicando il primato dell’«ordinario», da risolvere prima di affrontare «lo straordinario» e i grandi eventi. Un approccio che non prende in considerazione le Olimpiadi come volano per lo sviluppo delle città e delle comunità. Un concetto sul quale ha molto insistito l’imprenditore Marchini. Ma alle fine, oltre alle punzecchiature, il momento più sfizioso è stato quello nel quale i cinque hanno dovuto dichiarare il proprio reddito e le proprie proprietà: Meloni ha denunciato 98.000 euro e un appartamento di 48 metri quadrati; Fassina 95.000 euro e una casa da 90 metri quadrati al 50%, Giachetti 135.000 euro, una casa da 80 metri, due casaletti; Raggi 25.000 euro e un quarto della casa del padre. Marchini ha “sbancato”, denunciando un reddito di un milione di euro.