sabato 11 giugno 2016

Il Sole 11.6.16
Il candidato di Fi ringrazia: un onore per me
Il «paradosso» di Fo: pronto a votare Parisi
di M.Per.

Dai grillini di Gianluca Corrado al centrodestra di Stefano Parisi. A ipotizzare il “salto” al ballottaggio di domenica 19 giugno a Milano è stato il Nobel Dario Fo, ospite a “Un giorno da pecora di Radio2”. «L’ho detto per paradosso, ma sono molto indeciso», ha precisato Fo. «La voglia è addirittura di andare a votare per la destra pur di levare di mezzo uno che ha fatto tutta la campagna senza dire come ha speso i soldi, come ha realizzato l’Expo e come è il debito e quanto si è perduto».
Parole che hanno contribuito a infiammare lo scontro tra Parisi e il rivale del centrosinistra Giuseppe Sala, evocando di nuovo lo spettro che spaventa il Pd: una saldatura tra i Cinque Stelle e la destra, a Milano come a Bologna, a Torino come a Roma. Il testa a testa del primo turno obbliga i due sfidanti a guardare agli indecisi, a chi domenica scorsa si è astenuto ma soprattutto a chi ha votato per altri, a cominciare dal M5S.
Parisi - che ieri ha liquidato come «chiacchiere giornalistiche» l’ipotesi di essere pronto a succedere a Berlusconi - ha incassato soddisfatto l’apertura di Fo: «Tutti quelli che vogliono modernizzare e rendere trasparente la politica sono certo che guardano a noi. Anche Dario Fo. Se Fo mi votasse sarebbe un onore ovviamente per me».
Sala, dal canto suo, ha scelto Facebook per rivolgersi «a chi ha votato Cappato, Rizzo e Corrado»: un appello in piena regola a Radicali, sinistra radicale e Cinque Stelle perché gli elettori notino i «molti temi di impegno comune». «Confrontiamoci a viso aperto», ha esortato l’ex commissario Expo. Oggi i Radicali annunceranno a chi chiederanno l’apparentamento. Un piccolo gruzzolo di voti che, salvo sorprese, dovrebbero essere dirottati proprio su Sala.
Duelli a distanza tra i due candidati si sono susseguiti per tutta la giornata di ieri. Parisi ha partecipato al convegno dei giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure, invitando il premier Renzi a «dare flessibilità ai comuni virtuosi» e giudicando la giunta Pisapia: «Non è stata un disastro ma ha bloccato tutto». Al vetriolo la battuta di Sala: «Io penso a Milano, lui è a Santa Margherita. Sono stato invitato anche io ma con rispetto ho rifiutato perché credo che in questi giorni il tema sia far sentire la nostra voce alla città».
È stato scontro anche sulla scelta di Sala di annunciare che, se sarà eletto sindaco, metterà l’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo a capo del Comitato per la trasparenza e la legalità di Palazzo Marino. La replica di Parisi: «Io non uso nomi a fini elettorali. La mia squadra la comunico dopo il voto».