il manifesto 4.6.16
Referendum, la corsa passa dalla Cassazione
Le
mosse di Renzi per anticipare alla prima domenica di ottobre la
consultazione popolare sulla riforma costituzionale. Un percorso
difficile che prevede la collaborazione degli ermellini. Ammesso che al
governo non convenga aspettare il giudizio sull'Italicum
di Andrea Fabozzi
ROMA
Napoli, Bologna, ma la vera chiusura della campagna elettorale Renzi la
fa in televisione. Al Tg1 della sera, sfidando le norme della par
condicio nonché le leggi della fisica sull’occupazione degli spazi. C’è
ancora lui per cena, e parla ancora di referendum, anche se si vota
domani nelle città. «La partita vera la giochiamo a ottobre», dice. E
siccome non gli basta dettare tempi e regole del gioco, spaventa anche
un po’: «Se non passa la riforma costituzionale perdiamo la flessibilità
europea». Dunque, signori, in palio ci sono soldi.
Demagogica
l’aveva annunciata, e demagogica la sta facendo la campagna elettorale
sul referendum, il premier che non sa più come nascondere le urne
amministrative. Sono nulla: «Per il governo e per il paese non cambia
niente». A ottobre invece, a proposito di campagna «nel merito», se
passa il Sì «un parlamentare su tre va via, torna a lavorare».
L’antipolitica da palazzo Chigi.
Ma insieme alla propaganda, c’è
la strategia. Ecco allora i ragionamenti sull’annuncio fatto dal
presidente del Consiglio mercoledì, naturalmente in tv: «Spero che il
referendum si possa fare il 2 ottobre», la festa dei nonni. Uscita che
ha immediatamente portato a ragionare sull’incrocio con il 4 ottobre, il
giorno in cui la Corte costituzionale prenderà in esame il primo (e
unico) ricorso contro la legge elettorale, quello arrivato dal tribunale
di Messina. Ricorso in realtà considerato abbastanza gracile, attorno
al quale le previsioni dei giuristi non sono le migliori. Si immagina
che la Consulta possa non accoglierlo. Fosse così, portare il popolo a
votare sulla riforma costituzionale la settimana dopo, e non quella
prima, della decisione sull’Italicum, potrebbe al contrario convenire a
palazzo Chigi. Perché la bocciatura dei giudici delle leggi sarebbe a
quel punto un buon viatico per il Sì.
Evidentemente, si consolano
gli avversari dell’Italicum, se Renzi vuole anticipare il referendum
significa che qualche preoccupazione sull’atteggiamento della Corte ce
l’ha. Preferisce non rischiare: fosse azzoppato l’Italicum, anche la
riforma costituzionale perderebbe l’equilibrio. Ma il calendario lo
consente, può il governo anticipare alla prima domenica di ottobre il
referendum costituzionale? Siamo proprio sul filo.
Spetta
all’ufficio centrale della Cassazione decidere sulla legittimità delle
richieste di referendum. Una, quella dei deputati della minoranza, è
stata immediatamente accolta agli inizi di maggio, velocissima. Ma molte
altre sono poi arrivate, e altre ancora si annunciano in extremis, per
esempio dal Movimento 5 stelle. C’è tempo fino al 14 luglio (tre mesi:
la riforma è stata pubblicata in Gazzetta il 15 aprile). Per il governo è
importante che la Cassazione decida anche stavolta velocemente. In
teoria ha un mese di tempo ma se lo usasse tutto andrebbe oltre la
seconda settimana di agosto, termine massimo in cui può essere convocato
il Consiglio dei ministri per indire il referendum il 2 ottobre. E la
Cassazione cercherà di fare presto. Ma due richieste di referendum
possono richiedere un esame più lungo. Quella dei radicali, che hanno
proposto un quesito per parti separate e due quesiti parziali.Sarebbe un
precedente importante, ma al quale gli ermellini potrebbero applicarsi
solo nel caso in cui arrivasse l’appoggio indispensabile dei
parlamentari. Poi ci sono le richieste sostenute dalle firme di 500mila
cittadini. Anche Renzi ne ha lanciata una, di cittadini per il Sì, ma
consapevole del rischio di allungare i tempi (le firme vanno
controllate) ha deciso di portare tutto in Cassazione con sette giorni
di anticipo, il 7 luglio. Poi c’è la raccolta del Comitato del No, che
invece sfrutterà tutto il tempo a sua disposizione. Motivo in più per
firmare quei moduli.