il manifesto 3.6.16
In California tra Bernie e Hillary solo due punti
Primarie
Usa. Un ex studente dell’università di Los Angeles, in pieno giorno,
nel campus della Ucla, ha sparato al proprio professore di meccanica e
ingegneria aerospaziale e poi si è suicidato
di Marina Catucci
NEW
YORK Con il voto del 7 giugno finiranno queste lunghe primarie, ma la
sensazione è quella di non essere ancora del tutto a riva. Mentre tra i
repubblicani non è rientrato lo sgomento per avere Trump come candidato,
il miliardario ha tenuto una conferenza stampa nella sua Trump Tower a
New York, per rendere pubblica la propria donazione ai veterani, messa
insieme durante la raccolta fondi a cui aveva partecipato invece che
presentarsi al dibattito organizzato da Fox, durante l’inverno.
L’incontro
è stato lo spunto per un nuovo attacco ai media statunitensi; Trump,
circondato da reduci di guerra, ha accusato i giornalisti di non essere
imparziali nei suoi confronti, chiamandoli «gente orribile, disonesti».
Ma i dispiaceri per lui non erano finiti: poco dopo durante una tavola
rotonda organizzata da Cnn si sono alzate voci di veterani non dalla sua
parte, che hanno affermato di non gradire quei soldi e di non voler
essere reificati e strumentalizzati ai fini politici di Trump. Nelle
stesse ore si è anche diffusa la notizia della denuncia per truffa della
defunta Trump University, di cui sono state rese note testimonianze e
documenti, ed infine è arrivato un attacco di petto di Obama.
Il
presidente durante un discorso tenuto in Indiana, ha dichiarato: «Se ciò
che vi preoccupa è chi difenderà gli interessi dei lavoratori e
sosterrà i ceti medi, ebbene allora non c’è neppure discussione. Se la
mia presidenza non ha risolto tutti i problemi questa è una ragione in
più per rieleggere i democratici e proseguire nel rilancio della
crescita. I repubblicani invece abbasseranno i salari, elimineranno le
protezioni per i lavoratori, taglieranno gli investimenti
nell’istruzione, indeboliranno l’assistenza sociale, toglieranno a molti
la sanità e lasceranno che sia la Cina a dettare le regole
dell’economia globale». Secondo i sondaggi di Nbc, Wall Street Journal e
Marist, il distacco tra Sanders e Clinton in California, lo stato
chiave dell’ultimo giro di votazioni di martedì 7, è di due soli punti,
49% a 47%.
Oltre a ciò il senatore Bernie Sanders sta anche
raccogliendo supporti tra superdelegati e al momento siamo a quota tre.
Giovedì il vice presidente de partito democratico e senatore del New
Hampshire, Martha Fuller Clark, si è aggiunta a Tim Vandeveer,
presidente del partito della Hawaii e Elaine Harris del West Virginia, a
dichiarare il proprio impegno a sostenere Sanders nel loro ruolo di
super delegati. Questa raccolta di super delegati non porta Sanders
nemmeno vicino al numero di quelli di Hillary, ma ne rafforza
ulteriormente il peso politico specifico da portare alla convention per
influenzare il programma elettorale democratico.
E mentre in
California si giocavano le ultime mosse delle primarie, proprio da li è
arrivata una notizia che ha ulteriormente evidenziato le differenza tra
tutti gli attori in gioco, quella della 186esima sparatoria in una
scuola americana negli ultimi quattro anni. Un ex studente
dell’università di Los Angeles, in pieno giorno, nel campus della Ucla,
ha sparato al proprio professore di meccanica e ingegneria aerospaziale e
poi si è suicidato. Questo avvenimento ha riportato, ancora una volta,
il tema del controllo delle armi al centro dell’attenzione con la
consapevolezza che, un presidente democratico, opposto ad un partito
repubblicano mai tanto debole, forse, nella prossima amministrazione
potrebbe, finalmente, riuscire a portare un minimo di regolamentazione
delle armi.