il manifesto 11.6.16
5 Stelle alla «volata finale»
Elezioni.
Il direttorio lancia il «Cambiamo Tutto Tour» per la campagna dei
ballottaggi. Raggi ospite con Giachetti degli industriali: «Qui mi sento
a casa. Le Olimpiadi? È prematuro parlarne»
di Giuliano Santoro
Contro
ogni scaramanzia, Virginia Raggi chiuderà la sua campagna elettorale il
prossimo venerdì 17 ad Ostia, sul litorale di Roma, proprio nel
municipio travolto maggiormente da Mafia capitale e commissariato, dove i
pentastellati hanno raccolto il pieno di consensi. «Dal litorale romano
annuncerà la sua giunta», si dice dalle parti del comitato elettorale.
La campagna prosegue su un doppio binario: quello cittadino e quello
nazionale.
Allora ecco che l’enfasi sulle faccende della vita
quotidiana dei romani si accompagna all’interesse di tutte le
opposizioni a Matteo Renzi, ecco il motivo delle indicazioni di voto dei
Salvini e Zaia ma anche l’interesse manifestato da alcune reti sociali,
da posizioni diametralmente opposte a quelle leghiste: «Già dai
ballottaggi inizia la nostra campagna referendaria per far vincere il No
al referendum/plebiscito del 2 ottobre voluto da Renzi per demolire la
Costituzione italiana – sostengono ad esempio dalla Carovana delle
periferie – così come richiesto dalle grandi banche d’affari come la Jp
Morgan e dalle oligarchie dell’Unione europea».
I membri del
direttorio a questo proposito hanno annunciato il «Cambiamo Tutto Tour»,
giro d’Italia a sostegno dei candidati M5S al ballottaggio che toccherà
tutte e venti le piazze che andranno al voto. «Saremo presenti assieme
ai nostri candidati sindaci con portavoce nazionali, europei e regionali
nelle venti città che andranno al ballottaggio. È la volata finale.
Saremo ovunque nelle piazze, tra i cittadini» annunciano i 5 Stelle:
Beppe Grillo non sarebbe previsto in nessuna tappa. Gli impegni di Raggi
proseguono a ritmi relativamente tranquilli: dopo che la giornata di
giovedì è stata dedicata esclusivamente all’incontro coi possibili
assessori, ieri Raggi ha concesso un’intervista al New York Times e poi
con Roberto Giachetti è stata ospite degli industriali, al Palazzo dei
Congressi dell’Eur. «Qui mi sento in casa pur non appartenendo al mondo
dell’imprenditoria, sono una professionista, un avvocato, e comunque nel
M5S ci sono degli imprenditori» ha detto alla platea di Unindustria.
E
sulle Olimpiadi: «Adesso è prematuro impegnare la macchina
amministrativa a lavorare su impianti e infrastrutture, quelle da
risanare sono quelle di oggi». E le Olimpiadi successive? Raggi
risponde: «Perché no? Quando Monti si è schierato contro andava bene, lo
dice Raggi ed è levata di scudi».
Comunque vada, bisognerà fare i
conti anche con l’«assemblea di autogoverno» convocata dalla rete
«Decide Roma», che ieri al Tufello ha discusso un dossier sul debito del
Campidoglio, invocando la necessità di «individuare quanta parte del
debito si è formata allo scopo di assicurare diritti di cittadinanza e
quanta parte, invece, sottende un vero e proprio trasferimento di
reddito e di ricchezza alle istituzioni finanziarie». Se vincerà Raggi,
se ne occuperà l’esperto che si sta cercando (si parla di un dirigente
Consob).
Per ora la certezza nella squadra del governo romano a 5
Stelle è sempre solo una, e di peso: Paolo Berdini si occuperà di
urbanistica e patrimonio. Si troverebbe a gestire anche la patata
bollente dello stadio della Roma, edificazione che ieri Virginia Raggi
parlando con gli imprenditori non ha escluso a priori: «Basta che sia
compatibile con la legge e con il Piano regolatore», ha detto la
candidata. La scelta di Berdini ha turbato la coscienza di Romafaschifo,
il sito «anti-degrado» che da anni conduce battaglie securitarie a
difesa del «decoro» prendendosela spesso e volentieri con migranti,
spazi pubblici, centri sociali, che pure al primo turno aveva fatto
endorsement per la candidata del Movimento 5 Stelle.
Alcune
poltrone andranno a consiglieri comunali pentastellati al secondo
mandato. Daniele Frongia è in lizza per la carica di vicesindaco.
Marcello De Vito, il più votato dei M5S considerato vicino alla deputata
Roberta Lombardi, potrebbe diventare anche il nuovo presidente
dell’assemblea capitolina. Per i trasporti si fa il nome Marco Ponti, ex
imprenditore e professore di economia applicata al Politecnico di
Milano. Mancano ancora alcune caselle, che verranno riempite nel corso
della prossima settimana. «Per la cultura, dopo il rifiuto di Tomaso
Montanari la scelta potrebbe cadere su una donna», dicono sibillini
dallo staff romano.