Il Fatto 16.6.16
La predestinata non ha le risposte
Roma.
Lei evita qualche domanda, non dice se è credente e scivola sulle
Olimpiadi. Lui è preparato e sciolto, ma si arrabbia sulla domanda dei
suoi «casaletti». Ultimo confronto Sky fra Raggi e Giachetti, la
favoritissima attacca sulle responsabilità del Pd. L’inseguitore: per la
legalità mi affido a Sabella
di Andrea Fabozzi
ROMA
Molto tesi entrambi, Raggi osa un tono viola sotto la giacchetta,
Giachetti ribadisce la camicia bianca senza cravatta e si dimostra
facilmente il candidato più competente. Invece Raggi evita molte
domande: rimanda sulle Olimpiadi, non ha ancora la giunta, persino a chi
dedicare una strada vuole farlo scegliere agli elettori – mentre il suo
avversario naturalmente ha in testa Pannella. Ma la grillina ha gioco
facile nel rovesciare sul candidato del Pd la condizione pesante in cui
si trova la Capitale: «Perché non avete fatto negli ultimi venti anni
quello che promettete adesso?».
Sul Campidoglio trasformato in
studio televisivo la sfida è uno spettacolo. Gianluca Semprini di Sky Tg
24 chiede ai due contendenti persino di rivolgersi direttamente al
«cecato», Carminati. Poi butta una carta in terra («mi fate la multa?») e
va sul personale: «Siete credenti?» Raggi non lo dice, Giachetti si
dichiara «agnostico». Domande anche sui redditi e le proprietà, e qui
Giachetti si mette un po’ sulla difensiva a proposito dei due casali, o
«casaletti», che possiede a Subiaco. Recupera sul mega debito della
città. Se Raggi propone «un audit» e la rinegoziazione, il vice
presidente della camera dice che «è un bene scoprire che non vuole più
protestare una parte del debito, aprendo la via al default». Lei
piuttosto calca la mano sulla dimensione del debito: «Adesso è a 13
miliardi, ma prima della gestione commissariale era 22 grazie al Pd».
«Segnalo alla Raggi – la replica di Giachetti – che questi mutui
risalgono a trent’anni fa quando il Pd non esisteva ancora». L’applauso è
il primo convinto per il candidato Pd. Che subito dopo ammette: «Adesso
non si possono pagare meno tasse». «L’aveva promesso, ora è lui ad aver
cambiato idea», risponde Raggi. A proposito di Olimpiadi, il candidato
Pd si mette a parlare di sé in terza persona, «Giachetti è favorevole», e
la candidata grillina lo sferza: «È agghiacciante che voglia puntare
tutto su un evento futuro e incerto, un buon cuoco deve cucinare con gli
ingredienti che ha in frigo» – si vede che la battuta è preparata.
Preparati
i due lo erano certamente sulle buche, Giachetti scivola
sull’«asfaltamento della città» ma annuncia che punterà sui maxi appalti
«e mi affiderò alla consulenza di Alfonso Sabella». Raggi invece, e qui
si vede la prima differenza nelle proposte, dice che «dobbiamo evitare
di dare appalti solo a grandi ditte». Sul tema asili nido, per Raggi è
«meschino promettere di abbassare le rette in campagna elettorale».
Giachetti le fa notare che «ogni tanto bisognerebbe anche dire quello
che si ha in testa, io metterei sul sociale tutti i soldi recuperati». E
il candidato Pd se la cava con la domanda sui municipi. Se la candidata
a 5 stelle confonde l’undicesimo con il sedicesimo, Giachetti, che al
comune (con Rutelli) ha lavorato, riconosce il quattordicesimo e può
anche proporre il recupero di un forte, in zona. Finale su Atac, i
pullman. «Bisogna proseguire sull’opera di risanamento», dice Giachetti.
Ma lo scontro si accende sui nuovi autobus. Giachetti dice che ne vuole
comprare 170, Raggi tira fuori un documento che prova che sono già
stati comprati. Giachetti dice che allora è merito del Pd, Raggi lo
gela: «Questa gara l’ha fatta Tronca, non il Pd». Ma nell’appello finale
la candidata grillina finisce per citare il tormentone renziano: «Noi
vogliamo cambiare verso».