Corriere Roma 6.6.16
La delusione di Fassina: «I nostri voti non sarebbero andati comunque al Pd»
intervista di Maria Rosaria Spadaccino
Durante
la campagna elettorale è stata la spina nel fianco di Roberto Giachetti
Stefano Fassina, candidato sindaco di SI-Sel. Ieri nel testa a testa
notturno tra Giorgia Meloni e Roberto Giachetti, per il ballottaggio,
qualcuno avrà pensato che quel 5,5% di voti avrebbero fatto molto comodo
al candidato del centro sinistra.
«I nostri voti non sarebbero
comunque andati al Pd, noi non siamo alternativi a loro - spiega Fassina
-. Sicuramente un dato preoccupante è l’aumento dell’astensionismo e
della disaffezione al voto. E visti i risultati del Pd noi abbiamo fatto
bene a proporre un progetto in discontinuità con il passato».
È stata una notte lunga, dopo una giornata di relax vissuta in famiglia per il candidato della sinistra romana.
Accompagnato
dal figlio di 6 anni, Stefano Fassina ieri mattina è andato a votare
nella scuola Ruggero Bonghi, a pochi passi da piazza Santa Maria
Maggiore.
«Abbiamo gettato le basi per un progetto autonomo -
continua -, la sinistra a Roma esiste, abbiamo messo in piedi un
cantiere per il futuro». Ma è soddisfatto della percentuale raggiunta?
«Mi aspettavo di aver intercettato un pezzetto in più dell’elettorato
che vota M5s», continua Fassina. Cosa ha sbagliato Giachetti? «Il Pd non
ha riconosciuto gli errori commessi. Lui ha lavorato in continuità».