lunedì 6 giugno 2016

Repubblica Roma 6.6.16
Per il Pd è un tonfo, voti dimezzati
La delusione nello staff di Giachetti
di  Giovanna Vitale
I SUPER poteri di Jeeg Robè non sono bastati a compiere il miracolo.
«Ma, considerando da dove eravamo partiti, dopo lo tsunami di Mafia Capitale e la traumatica caduta della giunta Marino, non era umanamente possibile far meglio di così», si consolano a caldo i fedelissimi di Giachetti, rinchiusi insieme al candidato sindaco nel fortino di San Lorenzo per analizzare i primi dati che arrivano col contagocce, dopo la doccia fredda degli exit poll. Il testa a testa con Giorgia Meloni fa paura. Un duello inatteso. «Ma aspettiamo, non può finire così», invita alla calma lo staff.
In fondo se l’aspettavano. L’ultimo sondaggio riservato, consegnato al Nazareno venerdì sera, aveva cristallizzato il vantaggio di Virginia Raggi, con Giorgia Meloni però a distanza di sicurezza. Regalando la speranza del passaggio al secondo turno. Anche se la luce irradiata dai voti veri, sebbene ancora parziali, appare molto più fioca e meno rassicurante rispetto alle stime. Tutti speravano infatti che la partita a tre prospettata al principio, sarebbe in realtà diventato un testa e testa tra Raggi e Giachetti: convinti che — nonostante gli ultimi tre anni a dir poco disastrosi — il Pd avrebbe comunque tenuto botta. Arginato l’avanzata del M5s. E invece. Invece l’effetto traino che il maggiore partito della coalizione ha sempre assicurato al “suo” candidato, non c’è stato. Dissolto come neve al sole sotto il peso di inchieste e scandali. A dimostrarlo, la performance non esattamente brillante di Giachetti, che a notte fonda non riesce a schiodarsi, se va bene, dal 23%. Tre punti meno di quelli presi dal solo Pd alle amministrative 2013. Addirittura 19 sotto il finale di Ignazio Marino al primo turno contro Gianni Alemanno, che neppure il 6% racimolato dal competitor di sinistra Stefano Fassina avrebbe aiutato a recuperare.
Una débâcle. Che solo la spaccatura del centrodestra, con Meloni e Marchini l’una contro l’altro armati, potrebbe evitare di trasformare in una bruciante sconfitta. «Risalire la china sarà durissima, ma nulla è impossibile, io ci credo», dirà Giachetti alla fine. «Roma non merita una banda di dilettanti al governo della città». Ma fino a tarda notte è tutto in bilico.