Corriere 9.6.16
Flop alle urne La Toscana allarma i democratici
di D. Mart.
Nella
Toscana profonda, quella più renziana, che alle Europee del 2104 regalò
percentuali da capogiro al Partito democratico, il conto delle schede
nella decina di Comuni in cui si è votato ha dato un dispiacere in più
al premier segretario Matteo Renzi. Esclusa Chiusi (Siena), dove il Pd
stravince con il 64% dei consensi raccolti dal suo candidato sindaco,
dalle altre province toscane arrivano resoconti terrificanti che hanno
messo in allarme il segretario regionale, Dario Parrini. A Grosseto
città, il centrosinistra arriva piazzato e va al ballottaggio con il
centrodestra ma la lista del Pd sprofonda al 18,9% quando alle Comunali
del 2011 viaggiava al 28,3% e tre anni dopo, alle Europee, addirittura
al 67,5%. Non c’è solo l’effetto di sottrazione di voti delle tante
liste civiche a spiegare un arretramento così clamoroso del Pd nel cuore
della Toscana. A Sesto fiorentino, Comune confinante con Firenze dove
il Pd più fedele a Renzi progetta l’inceneritore e l’ampliamento
dell’aeroporto, il candidato del centrosinistra va al ballottaggio con
quello di Sinistra italiana ma la lista del Pd passa dal 48,4% al 28,6% e
fa dimenticare il 66,3% del 2014: «Qui nel Pd — commenta Marisa Nicchi,
deputata di Sinistra italiana — ha giocato la somma di due elementi di
disaffezione: uno locale e uno più generale».
E non va meglio in
provincia di Arezzo: a Montevarchi, città natale del ministro Maria
Elena Boschi, il Pd va al ballottaggio con il centrodestra ma arretra
dal 28,4% al 19,8% (61,9 alle Europee). Meno traumatico il quadro a
Sansepolcro dove il partito di Renzi migliora sulle amministrative del
2011 (dal 22,7 al 23,9%) ma dimentica il 59,7% di due anni fa. Pd in
flessione anche ad Altopascio (Lucca) e a Cascina (Pisa): anche qui sono
solo un ricordo le percentuali delle Europee, del 48,4% e del 58%.