Corriere 8.6.16
Le accuse di Bassolino ai dem: non immaginavo tanto degrado
«Troppo comodo incolpare Verdini. Il commissario? Ci vuole». Critico anche De Luca
di Fulvio Bufi
NAPOLI
Guai a sottovalutare Antonio Bassolino. Il Pd lo ha fatto imponendogli
le primarie, e riuscendo a fargliele perdere, quando lui si fece avanti
per candidarsi a sindaco, e l’alternativa non si è rivelata una scelta
vincente. Oggi lui apre un altro fronte di battaglia nel suo partito e
chissà come andrà a finire. Sull’analisi del voto ha gioco facile: «Un
disastro annunciato. Si è perso senza nemmeno combattere».
Però
proprio lui che ha attaccato con forza l’alleanza con Ala, adesso dice
che è troppo comodo prendersela con i verdiniani: «Loro hanno
rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, ma il
contributo autonomo dato dal Pd affinché si perdesse è stato immenso.
Perché la verità è che qui non c’è il Pd, c’è un aggregato di correnti e
sub correnti disastroso. Nemmeno io immaginavo, quando ho scelto di
passare per le primarie, che si fosse arrivati a un tale livello di
degrado». E qui rivela una inedita sintonia con Vincenzo De Luca che
parla di «anni di assoluta inesistenza politica del Pd a Napoli».
Quindi
Bassolino, che avrebbe voluto ricominciare da Palazzo San Giacomo,
adesso vuole ricominciare dal partito, che Renzi ha già deciso di
commissariare. Lui non si candida per l’incarico: «Io non c’entro
niente, a me non hanno mai chiesto niente», dice. Ma prova a dettare le
regole per ripartire, anche se nemmeno questo gliel’ha chiesto nessuno.
«Il commissariamento deve essere a termine, e la prima cosa da fare è
azzerare tutte le tessere».
Bassolino dice di non avercela con
Renzi, ma sicuramente ce l’ha con i renziani. Quelli che controllano il
partito a Napoli e che «hanno trascinato Renzi in una vera e propria
avventura su una strada che si sapeva avrebbe portato in un vicolo
cieco». Perciò ora chiede l’azzeramento delle tessere. Perché quelle
secondo lui hanno contato eccome nelle scelte che hanno portato alla
sconfitta elettorale: «Davano per scontata la sconfitta e si sono
preoccupati solo di conservare il potere delle correnti».
Ragionando
su questi temi durante un incontro pubblico che ha tenuto nella sede
della sua fondazione — Sudd — a Bassolino è sfuggito un lapsus: «Per
l’incarico di commissario serve qualcuno che sia completamente fuori dai
giochi di potere di Napoli», ha detto. «Perché se qui non si cambia
davvero, per il Pci sarà la fine». Poi ha cercato di metterci una pezza,
ma nemmeno poi tanto: «Che ci devo fare, il cuore è cuore».
E il
suo cuore adesso batte per un Pd con equilibri di potere differenti da
quelli di oggi. Dopo l’azzeramento delle tessere, Bassolino auspica il
congresso, dove nessuno arriverebbe più in una posizione di forza, come
accadrebbe oggi per la corrente dei «Giovani turchi», quella che ha
calato da Roma, convincendo Renzi, la candidata Valeria Valente.
Intanto
fa finta di non sapere ancora come voterà al ballottaggio: «Aspetto
indicazioni dal segretario cittadino, da quello regionale e da quello
nazionale», dice senza nascondere l’ironia. E infatti poi confida: «La
volta scorsa (quando pure il Pd non c’era, ndr ) votai scheda bianca».