Corriere 4.6.16
Le mostre senza opere un virus che si diffonde
di Vincenzo Trione
Si
tratta di un pericoloso virus che si sta diffondendo anche in Italia.
Ha un nome: le mostre senza opere. Dopo Milano, Torino è la sede di «Van
Gogh 3D»; Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, accoglie
«Caravaggio Experience»; mentre Palermo ospita, nell’Oratorio di San
Lorenzo, la «Natività» di Caravaggio ancora in 3D. Senza dimenticare,
nel 2014, la «Mostra impossibile» su Leonardo, Raffaello e Caravaggio a
Napoli.
Molti puristi — forse a ragione — saluteranno in modo
positivo questi «appuntamenti»:, che salvaguardano i quadri dai rischi
legati ai continui viaggi cui sono sottoposti, per soddisfare richieste
sempre più pressanti da parte di direttori di musei e di responsabili di
società for profit. La strategia cui ci si affida è sempre la medesima.
Non di rado disinvolti produttori privati si fanno affiancare da
studiosi seri, che accettano di diventare complici di iniziative
superficiali e kitsch (Ferdinando Bologna e Claudio Strinati sono i
consulenti della «Mostra impossibile» e della «Caravaggio Experience»).
Da questo incrocio di interessi nascono esposizioni nelle quali ci si
affida ai nomi di artisti popolari e maledetti (Caravaggio e Van Gogh).
Di queste «star» si scelgono alcuni dipinti, che vengono riprodotti
fedelmente servendosi di sofisticate tecnologie. Nascono così cloni
intorno ai quali si costruiscono effimere macchine spettacolari.
Simulacri in alta definizione vengono ingigantiti e proiettati su
schermi. Sovente si monumentalizzano dettagli.
Il fine nobile di
questi show: farci precipitare dentro complesse drammaturgie di icone.
Ma, in effetti, dietro questa maschera pedagogica, si nasconde solo
furbizia commerciale. Ci imbattiamo, spesso, in messinscene che non sono
in alcun modo supportate da studio rigoroso: video mapping che non ci
fanno comprendere meglio gli artifici cui è ricorso un determinato
artista. Dunque, trucchi orditi ai danni di ingenui spettatori. Ben
realizzati, ma pur sempre trucchi.
Certo, anche in questo genere
di eventi esistono le eccezioni. La Natività di Caravaggio, trafugata
nel 1969 dalla mafia, che adesso, proprio grazie ad avanzati
dispositivi, è ritornata — come copia — nell’Oratorio di San Lorenzo di
Palermo: un gesto quasi politico. Ma sono solo eccezioni. L’Italia
rischia di diventare la patria delle mostre senza opere?