Corriere 2.6.16
La repressione di Erdogan anche contro miss Turchia
di Antonio Ferrari
Se
non si trattasse di un provvedimento terribilmente serio, ci sarebbe da
sorridere, anzi da ridere di gusto. La scure giudiziaria del
presidente-sultano della repubblica turca Recep Tayyip Erdogan si è
abbattuta su una Miss. O meglio su una ex Miss, che dieci anni fa — nel
2006, quando aveva 17 anni — aveva vinto il titolo assegnato alla più
bella del Paese. Oggi, Merve Buyuksarac, che non ha certo perduto il suo
fascino, è stata condannata a 14 mesi, ma la pena è stata sospesa:
diventerebbe esecutiva se la giovane fosse recidiva.
Ma che cosa
ha fatto di male la seducente Merve? Qualche atteggiamento «offensivo»
del pudore? Macchè! La 27enne ex Miss ha commesso l’imprudenza per aver
offeso Erdogan. In che modo? Pubblicando, nel 2014, sul suo account
Instagram, una poesia satirica ( The Master Poem ) che semplicemente
denunciava, con strofe soavi, la corruzione dilagante al vertice del
Paese. Cioè soltanto la verità, e nient’altro che la verità, come di
solito il giudice chiede a un testimone. La povera ex Miss forse
ignorava che, dopo la sua elezione alla presidenza della repubblica, il
sultano ha deciso di inasprire le sanzioni, e quindi le condanne, di
tutti coloro che osano ironizzare su di lui e sulla sua discutibile
tendenza dittatoriale.
Però Erdogan è buono, così buono da aver
concesso ai «peccatori» una via d’uscita: se non ripeteranno l’offesa,
nei prossimi cinque anni, saranno perdonati, senza neppure una modesta
penitenza. Si pensi che le cause pendenti sono quasi 2.000, e tra i
colpevoli c’è persino una ex stella della nazionale di calcio, Hakan
Sukur, che è stato persino deputato del partito islamico-conservatore
Akp.
Leggere queste notizie, se si è conosciuta la Turchia, è
estremamente triste e amaro. Neppure ai tempi del golpe militare la
repressione del pensiero era così brutale. Vengono i brividi se si pensa
a cosa Maurizio Crozza, Emilio Giannelli e Sergio Staino subirebbero,
se fossero turchi.