Corriere 2.6.16
Giallo sul programma, i gay accusano Raggi
«Non parla di politiche di genere». Lo staff M5S: ha già celebrato unioni civili, quei diritti li ha a cuore
Polemiche anche sul no alla kermesse omosessuale di Roma. Imma Battaglia: «Non la riconosco più»
di Maria Rosaria Spadaccino
ROMA
Oggi al Gay Village Virginia Raggi non ci sarà. La manifestazione
estiva di cultura, spettacolo ed impegno omosessuale, inaugurata ieri,
questa sera ospita i candidati sindaco Stefano Fassina (Si-Sel) e
Roberto Giachetti (Pd) che partecipano ad un confronto all’americana,
condotto da Vladimir Luxuria ed Imma Battaglia sui diritti civili.
«Non
è voluta venire — racconta Luxuria, direttore artistico —. L’avevamo
invitata insieme agli altri, ma ha risposto con un laconico “non posso
per impegni municipali presi precedentemente”. E pensare che avevamo
abbandonato l’idea del confronto a tre anche per metterla a suo agio,
sappiamo che non li ama». Un diniego che la comunità omosessuale prende
molto male. «Per noi è un’occasione persa, ma anche la certezza che non
la voteremo», annuncia Battaglia, che con la Raggi ha condiviso gli
scranni del consiglio comunale e sempre con lei ha firmato la delibera
sul Registro delle unioni civili, istituito dalla giunta Marino.
Un
rifiuto — quello di partecipare all’incontro — che si incrocia con un
articolo pubblicato da Lettera 43 , dal titolo «Raggi cancella i diritti
Lgbt dal programma», in cui Cristina Leo, componente dell’Osservatorio
parlamentare Lgbt dei Cinque Stelle, spiega che c’erano due schede sul
tavolo delle politiche sociali della Capitale per far diventare Roma gay
friendly e per avviare una lotta alla transfobia sociale e lavorativa.
Temi di cui, accusa, non c’è alcuna traccia nel programma.
«I
diritti ci sono — spiegano dallo staff della Raggi — e riguardano tutte
le persone. E poi Raggi ha già celebrato unioni gay, figuriamoci se non
vuole tutelare i diritti della comunità omosessuale». Lei stessa tra
l’altro l’ha confermato visitando la Casa delle Donne di Trastevere due
giorni fa, quando alla domanda sulla sua disponibilità a celebrare
unioni tra persone dello stesso sesso ha risposto: «L‘ho già fatto in
passato quando istituimmo il Registro delle unioni civili in
Campidoglio, non avrei nessun problema a farlo di nuovo, come prevede la
legge».
Ma il gran rifiuto all’incontro con la comunità Lgbt
brucia. «Io questa persona non la riconosco più — dice Battaglia —.
Quando la vedevo in consiglio comunale la ammiravo. È come una
marionetta mossa da altri, ora Fassina e Giachetti sono i nostri unici
interlocutori: parleremo con loro di unioni civili, omofobia, della
nuova epidemia da Hiv». Si lamenta anche la senatrice Monica Cirinnà
(Pd), promotrice della legge sulle unioni civili. «Raggi non dice una
sola parola sui diritti civili. E nel programma sembra essere scomparso
qualsiasi riferimento sui diritti della comunità gay e transgender. Il
suo è un silenzio imbarazzante».
Per Stefano Fassina «Raggi non si
presenta al Gay Village perché ha paura di perdere i voti della destra,
così come non si è presentata, per lo stesso motivo, alla
manifestazione dei lavoratori del pubblico impiego».