sabato 25 giugno 2016

Corriere 24.6.16
Il male e il perdono partono da Caino
di Marco Rizzi

Nel racconto della Genesi , a Dio che gli domanda notizie di Abele, Caino, il fratello assassino, dà una risposta che è a sua volta una domanda: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Prende le mosse da qui, da questa strana risposta-domanda il percorso che in La domanda di Caino (Castelvecchi, pp. 120, e 16), Franco Riva, ordinario di Filosofia morale alla Cattolica di Milano, snoda attorno ai concetti di male, fraternità e perdono, tutti racchiusi nella figura di Caino. Sempre il racconto genesiaco, infatti, riporta come egli fosse consapevole che troppo grande era la sua colpa per essere perdonata. Eppure Dio non lo punisce, anzi minaccia di un terribile castigo chiunque alzerà la sua mano contro l’omicida. Male e bene, colpa e giustizia, torto e perdono si intrecciano inestricabilmente nell’esperienza umana. Solo la consapevole assunzione di responsabilità verso e per l’altro consentono all’uomo, gettato nel mondo, di districarsi in questo labirinto. Come è uso nella riflessione contemporanea, accompagnano Riva nel suo percorso tanto filosofi (Lévinas, Marcel, Buber tra gli altri) quanto testi letterari (la Bibbia anzitutto, ma anche Cervantes e Dostoevskij).