giovedì 23 giugno 2016

Corriere 23.6.16
Professori «a duello» sulla riforma costituzionale
di M. Reb.
MILANO Un duello, brillante, sulla riforma costituzionale. Chiamati dalla Fondazione Corriere della Sera a discuterne, i politologi Gianfranco Pasquino e Angelo Panebianco, e il giurista Giovanni Maria Flick, coordinati dal presidente della Fondazione Piergaetano Marchetti, hanno fatto quello che, da qui al referendum di ottobre, servirà di più: entrare nel merito affinché «tutti possano votare rispondendo a una sola domanda: la riforma migliora le cose oppure no?». Per Pasquino e Flick la risposta è no, per Panebianco sì. «Non è il bicameralismo che limita l’azione del governo, ma leggi elettorali fatte male» ha argomentato Pasquino «e il Parlamento italiano non è né lento né inefficiente». Sulla stessa linea l’ex presidente della Consulta Flick: «Se passa la riforma aumenteranno i conflitti tra Stato e Regioni, ma anche tra la Camera e il nuovo Senato». «Mi appello alla tutela delle minoranze» ha sorriso Panebianco, favorevole invece alle modifiche del ddl Boschi: «La riforma rafforza l’azione dell’esecutivo e non è affatto un male: la democrazia ha bisogno di governi forti. E poi, se non si cambia questa volta, non lo si farà più per decenni». Il match è proseguito sul ruolo assunto da Renzi: «Non doveva metterci la faccia — critica Pasquino — l’esito del referendum si accetta, come farà Cameron sulla Brexit»; «per me se Cameron perde sulla Brexit se ne va a casa— ha replicato Panebianco — e se Renzi perderà qui, sarà in difficoltà gravissima».