Corriere 19.6.16
Raggi-Pd, ultimo duello nel silenzio elettorale
La candidata 5 Stelle su Facebook: l’incarico all’Asl? L’ho dichiarato. Serracchiani: viola il divieto ed è bugiarda
Esposto dai dem. La Procura: nessun fascicolo aperto. Polemica su Lo Cicero possibile assessore: «È omofobo»
di Ernesto Menicucci
ROMA
 C’era una volta il silenzio elettorale, giorno di pace prima 
dell’apertura dei seggi. Ma oggi, in epoca social, anche il sabato pre 
voto diventa giornata di scontro. Specie a Roma, dove tengono banco le 
consulenze di Virginia Raggi, M5S, con una Asl laziale e soprattutto le 
omissioni nel 2013 e nel 2014 dell’allora consigliera comunale grillina,
 che dichiarò sui moduli del Campidoglio di «non avere altri incarichi 
con enti pubblici».
Vicenda che mette in imbarazzo i Cinque 
Stelle, tanto che scende in campo persino Beppe Grillo sul sito («io sto
 con Virginia»). La Raggi, al momento, non è indagata («nessun fascicolo
 aperto», trapela sia da Roma che da Civitavecchia), anche se il 
senatore dem Stefano Esposito già parla di «un’indagine per un esposto 
presentato dall’associazione Anlep (Associazione nazionale libertà e 
progresso, ndr )», della quale è vicepresidente Roberto Ienaro, 
coordinatore della commissione «Promozione associazionismo» del Pd 
Lazio. I 5 Stelle fanno quadrato: «Raggi indagata? Un falso incredibile,
 senza precedenti, diffuso da un dirigente del Pd romano». Di sicuro, 
Raggi rischia di vedere accesi su di sé i fari dell’Anticorruzione di 
Raffaele Cantone. E, se diventasse sindaco, un’eventuale avviso di 
garanzia per «falso ideologico in atti pubblici» aprirebbe altri 
scenari: «Chiederei ai cittadini se dimettermi o no», ha detto 
recentemente la Raggi. E come li consulterebbe, i romani? «Sul blog di 
Grillo. O magari sul sito del Comune».
Raggi, ieri, ha postato su 
Facebook la sua autodifesa: «La consulenza l’ho citata nel 2015 perché 
in quel momento sono stata pagata. Nel 2012, invece, non ero ancora 
consigliera». Poi ribatte: «Un attacco montato ad arte dal Pd, con cui 
si chiude una delle campagne più sporche degli ultimi anni. Questi 
signori mai erano arrivati a tanto, ma questo è solo l’inizio: 
proveranno in tutti i modi a fermarci, ricorrendo ad ogni mezzo». Il 
punto chiave, però, resta senza risposta: come mai Raggi nel 2013 e 2014
 dichiarò di «non avere altri incarichi con enti statali»? Inoltre, col 
post, si tira dietro altre polemiche. «Ha violato il silenzio 
elettorale», dicono dal Pd. Anche se, formalmente, la legge (che è del 
1956...) non poteva far riferimento ai social. Deborah Serracchiani 
posta il video della Raggi, quando a Sky dice «di non aver più lavorato 
da quando sono consigliera comunale» e la attacca: «Ha detto il falso, 
bugiarda».
Basta? Ancora no. Dalla Rete, guai anche per Andrea Lo 
Cicero, il rugbista che farà parte dell’eventuale giunta Raggi. Nel 2006
 il «Barone» venne condannato a pagare 150 mila euro per aver giocato 
con l’Italia mentre era in malattia col suo club, mentre un’altra volta 
definì le protezioni per le spalle, usate da alcuni giocatori, «roba da 
frocetti». Vladimir Luxuria e Fabrizio Marrazzo (Gay center) lo bollano 
come «omofobo». Fibrillazione anche a sinistra. Scrive l’ Osservatore 
Romano : «Se il Pd perde a Roma e Milano ci sarà la resa dei conti nel 
partito». I piddini, ieri, hanno fatto circolare un sondaggio Ipr e 
Piepoli (sempre nel «porto franco» della Rete), secondo cui Sala sarebbe
 avanti su Parisi a Milano, Fassino su Appendino a Torino, e la distanza
 tra Raggi e Giachetti sarebbe molto ridotta. Ma, anche ai militanti 
dem, è sembrato a una seduta di autostima...
 
