Corriere 16.6.16
Campagna in Germania contro la poligamia e i matrimoni forzati
Il governo affronta i temi dell’immigrazione islamica
di Danilo Taino
BERLINO
Lentamente, la Germania sta cercando di costruire, mattone su mattone,
una politica per l’integrazione dei profughi. Ieri, il ministro della
Giustizia Heiko Maas, socialdemocratico, ha lanciato una campagna contro
la poligamia e contro i matrimoni forzati nelle comunità di origine
islamica. È un pezzo della strategia più ampia che il governo Merkel
intende sviluppare per rendere possibile e accettabile ai tedeschi
l’apertura delle frontiere a centinaia di migliaia di rifugiati: va in
parallelo a una nuova legge sull’immigrazione; al sistema di obbligo di
frequenza dei corsi di tedesco, che sta iniziando a funzionare; alla
ricerca di alloggi e posti di lavoro per chi è arrivato.
Il
problema dei rapporti familiari nelle comunità di stretta osservanza
musulmana pare essere piuttosto serio. Naturalmente, in Germania la
legge vieta e punisce la poligamia. Così come i matrimoni forzati.
Succede però che non pochi profughi maschi sarebbero arrivati in Europa
con già due mogli. Altri tendono a non celebrare matrimoni riconosciuti
dallo Stato ma a sposarsi solo nelle loro comunità, dove la poligamia è
accettata, tanto che lì, ad esempio, si decidono le divisioni delle
eredità in caso di morte del marito. Statistiche ufficiali sul fenomeno
non ce ne sono ma, secondo alcune stime citate nel 2012 dal settimanale
Spiegel , a Berlino un maschio adulto di origine araba su tre avrebbe
due mogli. Nel 2013, il presidente federale Joachim Gauck fu coinvolto
in un «incidente» quando diventò padrino onorario di un neonato, settimo
figlio di un musulmano del Kosovo che poi si seppe vivere con due
«mogli». Ci sono poi i casi di matrimoni forzati nei quali una ragazza è
costretta a sposarsi in moschea da minorenne per poi registrare il
matrimonio civile quando ha raggiunto la maggiore età. Tutti reati
penali.
«Nessuno che arriva da noi ha il diritto di mettere le sue
radici culturali o le sue convinzioni religiose al di sopra della
nostra legge — ha detto Maas al quotidiano Bild —. Per questa ragione,
in Germania i matrimoni multipli non possono essere riconosciuti».
La
legge e le pene per il reato di poligamia ci sono, solo che finora le
autorità hanno spesso finto di non sapere. La novità dovrebbe essere che
ora il governo ha deciso di intervenire, anche se Maas non ha precisato
come. Anche i matrimoni forzati, soprattutto quelli che coinvolgono
ragazze minorenni, saranno monitorati e perseguiti. «Non li possiamo
tollerare», ha sostenuto il ministro. Ma in quale modo intervenire? Ci
sono centinaia di casi, per dire, di profughi maschi che arrivano già
sposati a una minorenne. In quelle circostanze, la regola vorrebbe che,
nel momento in cui mettono su famiglia in Germania, le autorità preposte
al welfare dei giovani prendano in considerazione il caso e decidano se
i due possano stare assieme oppure no. Decisione ben difficile.
Più
in generale, alcune organizzazioni musulmane dubitano che lo Stato
possa vietare a un uomo e a una donna di sposarsi in una moschea.
L’obbligo di contrarre matrimonio prima civile e poi religioso, d’altra
parte, in Germania è stato abolito nel 2009 — tra molte proteste —
proprio in ossequio alla libertà di religione di alcune comunità che
tradizionalmente non contemplano lo sposarsi di fronte all’autorità
statale.