giovedì 16 giugno 2016

Corriere 16.6.16
Roma
Atac, sindacati ed elezioni
di Sergio Rizzo

La decisione di interrompere «a qualsiasi livello» le relazioni industriali con l’azienda, iniziativa senza precedenti presa dai sindacati dell’Atac alla vigilia del ballottaggio, è qualcosa di più della semplice (e scontata) dichiarazione di guerra al direttore generale Marco Rettighieri. Equivale a una indicazione elettorale: non votate per Roberto Giachetti. I lettori del Corriere sanno che durante questa campagna non abbiamo fatto sconti a nessuno dei candidati. Più volte questo giornale ha sottolineato la generale debolezza delle proposte, la inconsistenza delle tesi, la mancanza di idee e di coraggio. Da parte pressoché di tutti. E in tale giudizio rientra anche il tema delle municipalizzate, affrontato dai candidati con un pressapochismo dettato forse dalla paura di inimicarsi un bacino elettorale gigantesco, con percentuali bulgare di adesioni ai sindacati: fosse così dappertutto, la crisi delle organizzazioni dei lavoratori non esisterebbe. Nessuno ha voluto prendere atto che i servizi pubblici a Roma sono paralizzati innanzitutto dal torbido impasto fra gli interessi di cordate politiche, apparati sindacali, corporazioni affaristiche. Era già emerso con evidenza ai tempi di Parentopoli e ha trovato ora conferma nei tre clamorosi dossier saltati fuori qualche settimana fa. Ciliegina sulla torta, lo sciopero dei trasporti indetto in occasione della partita Italia-Belgio dall’Ugl, al cui segretario nazionale l’azienda ha contestato l’assenza ingiustificata dal posto di lavoro. Per inciso, l’azienda è l’Atac: dove, come ha raccontato lunedì Enrico Marro sul CorrierEconomia, sono occupati anche la compagna e il cognato del suddetto sindacalista. Non esprimiamo giudizi sulle capacità gestionali di Rettighieri: il direttore generale dell’Atac nominato dal commissario Francesco Paolo Tronca è lì da troppo poco tempo. Vediamo però che ha affondato il coltello in quell’impasto portando in procura i dossier sulle forniture delle gomme, sui distacchi sindacali e sulla gestione delle mense aziendali. Presto a quanto pare ne seguiranno altri e non saranno gli unici, se resterà. E questo andava fatto. Ma qui sta il punto. Quando è andato dal procuratore è stato circondato dalla freddezza. Nessuno dei candidati gli ha manifestato solidarietà: nessuno tranne Giachetti, che ha perfino promesso di confermarlo nell’incarico diventando sindaco. Una speranza non avallata dai sondaggi e all’Atac c’è chi l’ha capito molto bene. L’interruzione delle relazioni industriali ne è la prova lampante.