Corriere 13.6.16
L’affondo di Fassino contro «quelli del no»
La candidata M5S insiste sulle due città
di Marco Imarisio
A
Torino fa sempre più caldo, e non solo per l’estate imminente. Il
secondo confronto tra Piero Fassino e Chiara Appendino è stato
caratterizzato da una asprezza di toni che almeno nel sindaco uscente
era mancata durante la prima puntata, dalla quale secondo i sondaggi di
Sky era uscito sconfitto.
L’ex segretario dei Ds ha fatto tesoro
della lezione. Il dibattito è stato davvero a tutto campo, con
prevalenza dei temi nazionali, normale data la collocazione, ma con
ricadute locali di un certo peso, come la questione della Città della
salute, destinata a diventare il tormentone dell’ultima settimana. «La
vogliamo, ma solo con soldi pubblici» ha detto la candidata di M5S, una
posizione e ben vedere non molto distante da quella di Fassino. La
nascita del nuovo polo medico è stata soprattutto il pretesto per
offrire agli elettori indecisi due visioni differenti e inconciliabili
tra loro. «La mia rivale ha costituito un cartello del “no” ma non si
capisce dove sono le sue proposte» ha detto il sindaco. «Sbagliato, voi
fate promesse, noi proposte effettive e ragionevoli», la replica.
Prepariamoci, la volata finale si giocherà su questo.
La candidata
dei Cinque stelle ha insistito sul tema della povertà, tallone
d’Achille fassiniano per via di una uscita intempestiva durante il primo
dibattito, dove il suo rivale è sembrato confutare i dati sui centomila
poveri forniti dalla Caritas, che li ha in seguito confermati.
«Contesto
la rappresentazione di una città non inclusiva» ha ribattuto Fassino.
«Se vuoi uscire dalla crisi non devi solo tamponare, cosa che facciamo
tutti i giorni, ma anche investire». Appendino ha ribattuto citando «le
due città», un suo tormentone. «C’è una parte di Torino che non si sente
rappresentata, tanta gente che soffre di solitudine e non si ritrova
nella narrazione fatta finora».
Fassino ha attaccato dove poteva,
sui «no» alle grandi opere come la Tav e non solo. «La mia rivale è
sostenuta dalla Lega e dai centri sociali, mette insieme il diavolo e
l’acqua santa. Mi chiedo come farà in Consiglio comunale: forse farà una
delibera a favore della Tav e una contraria». La candidata di M5S ha
perso l’occasione di sottolineare la composizione altrettanto eterogenea
dello schieramento del sindaco limitandosi a dire che i voti della Lega
non appartengono a lei ma ai torinesi.
Sul reddito di
cittadinanza, un classico di M5S, Appendino è parsa in difficoltà
sull’eventuale reperimento delle risorse necessarie. «Mi stupisco che la
candidata sindaco non sappia che da 5 anni esiste il reddito di
mantenimento e inserimento», ha affondato Fassino, desideroso di segnare
un punto su povertà e dintorni. «Mi stupisco di come il sindaco non si
renda conto che non può bastare» la replica. Uno a uno. Per quel conta,
la gara dei faccia a faccia sarà decisa dal terzo e ultimo confronto, in
programma domani sera.