Corriere 13.6.16
Battute al vetriolo su trasporti e debito
Il primo faccia a faccia tra Raggi e Giachetti
di Ernesto Menicucci
ROMA
Una fugace stretta di mano in avvio (con Roberto Giachetti che si
sporge sul tavolo e allunga la mano a Virginia Raggi, immobile al suo
posto), il piccolo «fuorionda» di Lucia Annunziata, i due rivali che si
danno del lei, una serie di battute al vetriolo. Dall’inizio
(«finalmente — dice uno — un confronto, dopo una ventina di inviti», «io
— dice l’altra — a quelli in città c’ero, lei no») alla fine, quando il
vicepresidente della Camera, attacca la pentastellata: «Mafia Capitale,
con Buzzi e Carminati, è iniziata con Alemanno sindaco. E Alemanno oggi
sostiene voi». Raggi ribatte: «E allora Verdini, Bertolaso e
Marchini?». Controreplica: «Verdini non ha fatto il sindaco, Alemanno sì
e la appoggia». Alla fine, spente le telecamere di In 1/2 ora , i due
neppure si salutano: è il segno che tra Raggi e Giachetti c’è tensione
vera, quasi antipatia.
Specialmente Raggi è sprezzante, fin da
subito: «Una cosa che apprezzo del mio avversario? Aver dichiarato che
non era all’altezza di fare il sindaco...». E sì che Giachetti era stato
persino «galante»: «Cosa mi piace della Raggi? Be’, chi decide di
candidarsi ha una grande forza interiore. Ma mi preoccupano i suoi
tentennamenti, ha detto finora più no che sì». E, inevitabilmente, il
discorso va sulle Olimpiadi. Argomento sul quale arriva l’ennesima
capriola della Raggi, che era partita dal «no», poi ha virato su un «non
abbiamo pregiudizi», era tornata sulla linea dura con un «sarebbe
criminale farle», si era piegata all’idea del referendum e si era
attestata, infine, su un «rinvio al 2028».
E ora? «Le Olimpiadi
possono essere un fattore di sviluppo, ma al momento abbiamo solo il
documento del Cio. La prima decisione va presa ad ottobre (quando verrà
presentato il secondo step del dossier olimpico, ndr) e vediamo: magari,
se c’è un piano industriale serio....». Un’apertura, che non passa
inosservata al comitato promotore Roma 2024: «Non ce l’aspettavamo —
dicono — e ci fa piacere...».
Prima delibera da sindaco? Raggi:
«Un audit sul debito pregresso di 13 miliardi». Domanda di Annunziata:
«Lei vuole ricontrattarlo o non pagarlo?». Risposta della candidata:
«Entrambe le cose...». Di nuovo la conduttrice: «Qualcuno starà tremando
nel sentirla...». E lei: «Forse quelli che hanno i privilegi». Il Pd si
scatena: «Raggi non paga il debito, non può governare». Privatizzare
Atac (trasporti) e Ama (rifiuti)? «Giachetti lo vuole fare. Per me
devono restare pubbliche». Replica: «Non l’ho mai detto, basta balle».
Ma in rete spunta una vecchia intervista di «Bobo», dove sembrava aprire
ai privati. Raggi cita il caso del Centro ingrosso fiori «che non ha
mai commercializzato fiori». Giachetti la punge: «Il Comune ne detiene
il 10% e quella società serviva a trovare una sede per il mercato dei
fiori...». E l’Acea? «I vertici — dice Raggi — messi da Renzi sono
quelli che stavano a Publiacqua a Firenze. I profitti sull’acqua vanno
reinvestiti, come dice il referendum». Annunziata chiude: «È inutile che
vi dica, vogliatevi bene». Il fair play non abita a Roma.