venerdì 10 giugno 2016

Corriere 10.6.15
Le candidate pd e il voto di scambio. Trovato un elenco con decine di nomi
Napoli, l’indagine si allarga. «Promesse di un programma di formazione ai disoccupati»
di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini

NAPOLI Poco meno di una trentina di nomi: tutti di giovani destinati ai corsi di formazione o ai contratti a progetto che due candidate del Pd a Napoli, Anna Ulleto e Rosaria Giugliano, avrebbero promesso in cambio del voto alle Amministrative di domenica scorsa.
I nomi sono contenuti in un elenco sequestrato l’altro ieri, insieme a due computer e ad altri documenti, durante le perquisizioni alle due esponenti del Pd, indagate entrambe per associazione per delinquere e voto di scambio. Il materiale dovrà essere valutato nei prossimi giorni (per i pc sarà disposta una perizia affidata a un consulente tecnico), ma a quell’elenco gli investigatori sembrano riservare già da ora particolare importanza perché ritengono che possa confermare l’ipotesi del voto di scambio.
L’inchiesta che scuote il Pd napoletano (già reduce da una disfatta elettorale, esattamente all’opposto di quanto è invece accaduto a Salerno, dove i dem hanno stravinto e dove il figlio del governatore della Campania Vincenzo De Luca, Roberto, andrà a fare l’assessore al Bilancio) coinvolge almeno altre tre persone e nasce come sviluppo parallelo di una indagine della Direzione distrettuale antimafia sui clan della zona della Ferrovia. Da alcune conversazioni intercettate sono emersi elementi che hanno fatto pensare a qualcosa di poco chiaro che stesse accadendo in vista delle elezioni, e perciò una parte del fascicolo è stata trasmessa alla sezione della Procura che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione.
È stato a quel punto che è partita l’indagine sul voto di scambio, affidata, dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal sostituto Francesco Raffaele, ai carabinieri del Comando provinciale. Non sono emersi punti di contatto con la criminalità organizzata, ma un sistema secondo gli inquirenti ben definito: Ulleto e Giugliano avrebbero utilizzato persone del loro staff per contattare giovani in cerca di occupazione e promettere, in cambio del voto, l’inserimento nei programmi lavorativi offerti da Garanzia Giovani. Al momento le indagini avrebbero individuato un solo caso in cui lo scambio si sarebbe concretizzato con l’inserimento di un giovane (proprio uno di quelli che si occupavano della campagna elettorale) in un corso di formazione, ma gli inquirenti non escludono che da ulteriori approfondimenti possano emergere casi analoghi, e comunque anche la semplice promessa farebbe configurare il reato.
Né sarebbe determinante, ai fini delle accuse, il risultato elettorale delle due indagate. Se Ulleto è infatti riuscita a conquistarsi un posto nel prossimo consiglio comunale, Giugliano, che correva per una Municipalità, non è stata eletta. «E in effetti è un paradosso — commenta —. Ho raccolto la metà dei voti che presi alle precedenti elezioni, eppure mi accusano di voto di scambio».
Rosaria Giugliano si ritiene una specie di vittima collaterale di quella che lei definisce «una vendetta politica» scatenata contro la sua collega di partito: «Sì, credo che il bersaglio principale fosse Anna. Invece sono riusciti a far fuori me ma non lei».
Addirittura ha pure un’ipotesi su chi sia il «vendicatore politico»: «Non certo il centrodestra, io guarderei più dalle parti di de Magistris. I carabinieri che sono venuti a fare la perquisizione mi hanno detto che contro di noi c’è un esposto risalente agli inizi di maggio: mi pare chiaro che volessero buttarci fango addosso prima che si arrivasse al ballottaggio».
Giugliano aggiunge che «a questo punto non mi occuperò più né di politica né di sociale», settore in cui è impegnata proprio insieme all’altra indagata, che è vicepresidente della Onlus «Mondo Nuovo».
Ulleto, invece, per ora si limita ad annunciare, tramite il suo profilo Facebook, «la decisione di autosospendermi dal Pd fino a quando questa vicenda, che ha segnato in negativo la mia vita, non sarà definitivamente chiusa». Spiega di farlo «nel rispetto dei miei elettori, di chi ha creduto in me e del mio partito», e aggiunge di essere «delusa e amareggiata», ma anche di aver deciso «di non restare in silenzio perché chi ha la coscienza a posto deve sempre metterci la faccia».