Corriere 10.6.15
Le candidate pd e il voto di scambio. Trovato un elenco con decine di nomi
Napoli, l’indagine si allarga. «Promesse di un programma di formazione ai disoccupati»
di Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini
NAPOLI
Poco meno di una trentina di nomi: tutti di giovani destinati ai corsi
di formazione o ai contratti a progetto che due candidate del Pd a
Napoli, Anna Ulleto e Rosaria Giugliano, avrebbero promesso in cambio
del voto alle Amministrative di domenica scorsa.
I nomi sono
contenuti in un elenco sequestrato l’altro ieri, insieme a due computer e
ad altri documenti, durante le perquisizioni alle due esponenti del Pd,
indagate entrambe per associazione per delinquere e voto di scambio. Il
materiale dovrà essere valutato nei prossimi giorni (per i pc sarà
disposta una perizia affidata a un consulente tecnico), ma a
quell’elenco gli investigatori sembrano riservare già da ora particolare
importanza perché ritengono che possa confermare l’ipotesi del voto di
scambio.
L’inchiesta che scuote il Pd napoletano (già reduce da
una disfatta elettorale, esattamente all’opposto di quanto è invece
accaduto a Salerno, dove i dem hanno stravinto e dove il figlio del
governatore della Campania Vincenzo De Luca, Roberto, andrà a fare
l’assessore al Bilancio) coinvolge almeno altre tre persone e nasce come
sviluppo parallelo di una indagine della Direzione distrettuale
antimafia sui clan della zona della Ferrovia. Da alcune conversazioni
intercettate sono emersi elementi che hanno fatto pensare a qualcosa di
poco chiaro che stesse accadendo in vista delle elezioni, e perciò una
parte del fascicolo è stata trasmessa alla sezione della Procura che si
occupa di reati contro la pubblica amministrazione.
È stato a quel
punto che è partita l’indagine sul voto di scambio, affidata, dal
procuratore aggiunto Alfonso D’Avino e dal sostituto Francesco Raffaele,
ai carabinieri del Comando provinciale. Non sono emersi punti di
contatto con la criminalità organizzata, ma un sistema secondo gli
inquirenti ben definito: Ulleto e Giugliano avrebbero utilizzato persone
del loro staff per contattare giovani in cerca di occupazione e
promettere, in cambio del voto, l’inserimento nei programmi lavorativi
offerti da Garanzia Giovani. Al momento le indagini avrebbero
individuato un solo caso in cui lo scambio si sarebbe concretizzato con
l’inserimento di un giovane (proprio uno di quelli che si occupavano
della campagna elettorale) in un corso di formazione, ma gli inquirenti
non escludono che da ulteriori approfondimenti possano emergere casi
analoghi, e comunque anche la semplice promessa farebbe configurare il
reato.
Né sarebbe determinante, ai fini delle accuse, il risultato
elettorale delle due indagate. Se Ulleto è infatti riuscita a
conquistarsi un posto nel prossimo consiglio comunale, Giugliano, che
correva per una Municipalità, non è stata eletta. «E in effetti è un
paradosso — commenta —. Ho raccolto la metà dei voti che presi alle
precedenti elezioni, eppure mi accusano di voto di scambio».
Rosaria
Giugliano si ritiene una specie di vittima collaterale di quella che
lei definisce «una vendetta politica» scatenata contro la sua collega di
partito: «Sì, credo che il bersaglio principale fosse Anna. Invece sono
riusciti a far fuori me ma non lei».
Addirittura ha pure
un’ipotesi su chi sia il «vendicatore politico»: «Non certo il
centrodestra, io guarderei più dalle parti di de Magistris. I
carabinieri che sono venuti a fare la perquisizione mi hanno detto che
contro di noi c’è un esposto risalente agli inizi di maggio: mi pare
chiaro che volessero buttarci fango addosso prima che si arrivasse al
ballottaggio».
Giugliano aggiunge che «a questo punto non mi
occuperò più né di politica né di sociale», settore in cui è impegnata
proprio insieme all’altra indagata, che è vicepresidente della Onlus
«Mondo Nuovo».
Ulleto, invece, per ora si limita ad annunciare,
tramite il suo profilo Facebook, «la decisione di autosospendermi dal Pd
fino a quando questa vicenda, che ha segnato in negativo la mia vita,
non sarà definitivamente chiusa». Spiega di farlo «nel rispetto dei miei
elettori, di chi ha creduto in me e del mio partito», e aggiunge di
essere «delusa e amareggiata», ma anche di aver deciso «di non restare
in silenzio perché chi ha la coscienza a posto deve sempre metterci la
faccia».