Corriere 10.6.16
Sala e Parisi, lo scivolone è dietro l’angolo
di Elisabetta Soglio
Basta
poco. Un tono sbagliato, un gesto fatto senza pensare. E oplà, lo
scivolone è dietro l’angolo. Stefano Parisi e Giuseppe Sala, candidati
sindaco a Milano per il centrodestra e il centrosinistra, hanno fatto
una campagna elettorale sostanzialmente garbata, evitando di accendere i
toni e cercando anzi spesso di spegnere quelli delle rispettive
fazioni. Nel dibattito andato in onda l’altra sera su Sky, però,
entrambi hanno avuto un (lieve) inciampo. Prima Parisi. Alla domanda di
una supporter di Sala sul tema delle pari opportunità e sul fatto che il
consiglio comunale, qualora vincesse Parisi, avrebbe solo 4 donne con
25 uomini (con Sala sindaco il rapporto sarebbe 14 a 15), ha replicato
sarcastico: «Signorina, ha mai sentito parlare di democrazia?». Il
senso: i consiglieri sono scelti liberamente dagli elettori e quindi va
bene così. Ma una persona di esperienza come Parisi sa bene che c’è modo
e modo per esprimere un concetto: questione di stile. Quanto al tema in
sé, se è vero che gli elettori scelgono liberamente, sarebbe bastato
convenire sul fatto che la presenza femminile in ogni campo è una
ricchezza. E Parisi lo pensa, visto che nella sua azienda ha molte donne
e molte di loro in ruoli apicali. Sala invece si è malamente incartato
sulla doppia fila. Per due volte, rispondendo a una domanda del
conduttore, ha dichiarato con forza e veemenza guerra a sosta selvaggia,
promettendo multe e rigore. Peccato che pochi minuti prima di
registrare la trasmissione, Dagospia avesse messo in Rete immagini dello
stesso Sala che lunedì scorso lasciava la sua auto in doppia fila,
mentre andava al bar per un caffè. Chi si candida a diventare sindaco
deve essere anzitutto un esempio per i propri cittadini e quindi, anche
se la macchina non dava fastidio, anche se la sosta è durata pochi
minuti, non va bene e non si fa. Nessuno si permette di dare lezioni. Ma
un consiglio a entrambi, quello sì: l’inciampo è dietro l’angolo.