Repubblica Cult 15.5.16
Diavoli ed eremiti Le ultime tentazioni dei vecchi asceti
Ermanno
Cavazzoni indaga sulle esistenze leggendarie di santi e anacoreti
vissuti tra il III e il IV secolo dopo Cristo nei deserti di Egitto,
Palestina e Siria
Molti di loro non mangiano quasi mai.
Normalmente abitano in luoghi remoti o si chiudono in grotte Combattono
contro legioni di diavoli pronti a tentarli
di Paolo Mauri
È
possibile oggi condurre una vita da eremita? Ermanno Cavazzoni ha i
suoi dubbi: «Un eremita non saprebbe più dove andare; non ci sono più
luoghi senza proprietario e senza Stato che li controlli; un eremita
oggi sarebbe soggetto al fisco». Per questo Cavazzoni ha scelto di
narrare le vite degli eremiti del deserto vissuti tra il terzo e il
quinto secolo dopo Cristo in paesi come la Siria, la Palestina e
l’Egitto, oggi d’attualità per ben altri motivi. Ma è davvero
impossibile condurre una vita da eremita? Basta già rifiutare la parola
d’ordine: sempre connessi, per guadagnarsi una certa inaccessibilità e
senza dover finire sopra una colonna come facevano certi eremiti di una
volta detti per questo stiliti. Più che i religiosi, oggi in declino,
sono forse alcuni scrittori a ripararsi dal mondo. Salinger possiamo
considerarlo un eremita moderno, ma lo erano già Proust e Kafka, poco
favorevoli ai contatti umani, e più di Salinger forse lo è Pynchon.
Guido Ceronetti è un eremita? E Gianni Celati? E l’enigmatica Ferrante?
Può un eremita guardare la tv? Se il deserto (o l’isola) era l’altrove
di una volta, oggi l’eremita deve scegliere un altro modo per coltivare
la solitudine.
Cavazzoni racconta i suoi eremiti, con la lingua di
oggi e senza pathos spirituale (li tratta come una curiosa categoria di
impiegati) e questo crea un effetto di straniamento che rende
cautamente comici i personaggi, che vediamo muoversi come in un film
muto: in effetti gli eremiti parlano pochissimo. La prima cosa che
colpisce nelle loro abitudini è la dieta: molti non mangiano quasi mai e
qualcuno solo qualche volta. Antonio, un ingordo, «mangiava una volta
al giorno, dopo il tramonto; ma anche ogni due o quattro giorni, pane e
sale, e beveva acqua». Ilarione si era prima nutrito con due etti di
lenticchie, poi era andato avanti con pane e sale. Macario di
Alessandria aveva sentito dire che qualcuno per tutta la Quaresima non
mangiava roba cotta e lui non ne mangiò per sette anni.
Normalmente
gli eremiti abitavano in luoghi remoti e spesso si chiudevano in grotte
o in cellette. Ma poteva capitare, come capitò ad Elia, un asceta, di
prendersi a cuore il destino delle ragazze vergini. Ne raccolse trecento
in un monastero, ma poi dovette scappare nel deserto per non soggiacere
ai tormenti della carne.
Capitava anche che asceti ed eremiti
fossero piuttosto numerosi: in Egitto, sul monte Ferme, abitavano
cinquecento asceti e tra di loro ce ne era uno di nome Paolo che
recitava trecento preghiere al giorno, dopo aver raccolto altrettanti
sassi che buttava dopo ogni preghiera. Insomma c’era una certa
concorrenza. Elpidio di Cappadocia si era rifugiato in una grotta presso
Gerico: vi era rimasto venticinque anni, mangiando qualcosa solo il
sabato e la domenica e restando la notte in piedi per cantare. Molti
vollero imitarlo, così tanti che la montagna sembrava una città.
Qualcuno
si chiudeva in una scomodissima gabbia, qualcun altro in una fossa, ma
il massimo doveva essere lo starsene appollaiato su una colonna.
Simeone, che non trovava pace, si rifugiò su una colonna via via più
alta, sicché alla fine stava su una colonna di diciotto metri, mentre la
gente sotto di lui era una marea infinita. Nonostante tutte le
privazioni,eremiti ed asceti dovevano combattere contro legioni di
demoni pronti a tentarli. Pacone fu visitato ogni notte dal demonio.
Pensò che era meglio morire piuttosto che cedere alla carnalità ed entrò
nella tana di una belva, sicuro che lo avrebbe divorato. Invece niente…
Tornato alla sua cella, il demonio lo tenta prendendo le sembianze di
una giovinetta etiope. Valente si trovò davanti il demonio che aveva
preso la forma di Gesù Cristo. Per curarlo dovettero tenerlo legato con
catene per un anno. Il santo Macario fu assalito da 70 demoni in una
volta… Che fine avranno fatto questi poveri diavoli, specializzati nel
tentare gli eremiti? Oggi nessuno ne parla più. Con
Gli eremiti
del deserto (Quodlibet), Cavazzoni aggiunge un bel capitolo alla sua
indagine sui paradossi che ci capita di incontrare, magari anche solo in
letteratura. Giganti, lunatici, idioti e animali fantastici sono lì a
testimoniare che l’ortodossia non ha confini così certi e spesso il
dritto e il rovescio si scambiano le parti.
GLI EREMITI DEL DESERTO di Ermanno Cavazzoni QUODLIBET PAGG. 144 EURO 14