Repubblica 9.5.16
Messaggio sbagliato alla Ue
di Andrea Bonanni
La
scelta di Carlo Calenda per il ministero dello Sviluppo è una buona
scelta. L’uomo ha le capacità, la preparazione e il curriculum per
ricoprire il nuovo ruolo in modo efficace. Peccato che solo pochi mesi
fa Matteo Renzi avesse usato Calenda, allora vice-ministro, per
scardinare l’establishment diplomatico nominando lui, un politico, a
capo della Rappresentanza italiana presso la Ue. Erano, quelli, i mesi
della grande rottura tra il premier italiano e le istituzioni
comunitarie. E Renzi aveva sacrificato un ambasciatore esperto come
Stefano Sannino per nominare un politico che, a suo dire, «sapeva
battere i pugni sul tavolo». Di pugni sul tavolo, per fortuna, Calenda
ne ha battuti pochissimi. Ed è anche grazie alla sua intelligenza e ai
suoi consigli se, nel frattempo, Renzi ha corretto il tiro ed è tornato
ad essere il miglior amico di Jean Claude Juncker. Missione compiuta,
allora? No di certo. A Bruxelles la sostituzione farà, al più, sollevare
qualche sopracciglio. Ma rafforzerà l’idea che il nostro governo guardi
all’Europa solo come ad uno dei tanti terreni di esercitazione per le
alchimie di politica interna. E questo è un messaggio sbagliato. Un
piccolo disastro diplomatico, confezionato dai politici.