Repubblica 9.5.16
Turchia, la Neolingua di Erdogan
L’Istituto
che si occupa del linguaggio è sotto accusa per aver attribuito
definizioni imbarazzanti e sessiste a termini di uso comune nel
vocabolario ufficiale. Protesta delle ong e dei gruppi femministi
di Marco Ansaldo
UNA
“NEOLINGUA” in salsa islamica. Un esperimento di imposizione delle
parole in senso conservatore e patriarcale. È l’ultima novità che viene
dalla Turchia di Tayyip Erdogan. Il dizionario ufficiale della lingua
turca definisce le donne nel loro periodo mestruale come «sporche». Il
testo elaborato dall’Istituto di lingua turca (Tdk)è accusato di
sessismo e più termini si trovano adesso sotto il tiro di una petizione
lanciata da donne e da esponenti laici in Turchia e all’estero, che si
battono perché le spiegazioni di diverse parole siano cambiate.
L’Istituto
illustra la parola “kirli”, sporco, dando come esempio «una donna che
ha le mestruazioni». Gli altri due significati forniti sono «non pulito»
e un moralistico «contrario ai valori della società». Non è la prima
volta che l’istituzione - il cui scopo è la difesa di una lingua che ha
origini uralo-altaiche, dunque nobili e antiche - finisce sotto accusa.
Sostenuta dal governo conservatore di ispirazione musulmana che governa
il paese dal 2002 a oggi, il Tdk starebbe coniando una sorta di
“Neolingua” di orwelliana memoria, in linea con il clima liberticida che
si respira negli ultimi anni nel paese.
L’Istituto era stato già
criticato per aver usato definizioni giudicate come sessiste. La parola “
musait”, che è un termine turco proveniente dall’arabo, significa
«disponibile». Ma nel dizionario il secondo esempio che viene dato è
quello di una donna «pronta a flirtare», e che può «flirtare
facilmente». In Turchia, un gruppo chiamato “Collettivo di femministe
Istanbul” si chiede ora, sul suo profilo Facebook, «Non possono essere
“disponibili” anche gli uomini?».
Il presidente dell’Associazione
per la lingua turca, Mustafa Kacalin, risponde alle critiche dicendo che
«disponibile» è un termine entrato nel dizionario nel 1983. Tuttavia la
petizione chiede che proprio questa parola venga adesso rivista,
sostenendo che l’atto di flirtare è comune ai due sessi e non deve
essere attribuito solo alle donne.
L’associazione è contestata
anche per un altro termine, che associa un uomo o una donna cattiva
all’esempio di “prostituta”. Ma ancora altre parole sono sotto tiro.
Il
Tdk è nato nel 1932 . Negli Anni ‘30 e ‘40 si è impegnato per
rimpiazzare le parole che contaminavano la sfera dell’ormai decaduto
Impero ottomano, provenienti dall’arabo, dal persiano, dal greco e dal
francese.