Repubblica 6.5.16
Inps: “Vitalizi insostenibili. Con il contributivo risparmieremmo il 40%”
Boeri: costerebbero 760 milioni in meno in 10 anni La Camera replica: sistema già cambiato nel 2012
di Luisa Grion
ROMA.
Pagare i vitalizi agli ex deputati e senatori è un costo
«insostenibile» che non possiamo più permetterci. Da quattro anni a
questa parte le regole sono cambiate, ma «il problema non è risolto»:
dovremo aspettarci «forti disavanzi» anche per i prossimi dieci anni.
Chiamato
in audizione alla Camera per parlare di previdenza, assegni dei
parlamentari e proposte di riforma, Tito Boeri, presidente dell’Inps, ha
lasciato di sasso la platea, mettendo sul tavolo cifre che – lette
attraverso le regole applicate a tutti gli altri lavoratori (la pensione
legata ai contributi versati) segnano un profondo rosso. Annullando i
vitalizi e applicando anche agli ex politici le regole oggi valide per
tutti, ha detto Boeri, si potrebbero tagliare i costi del 40 per cento.
Questo
il quadro: in Italia solo per il Parlamento – quindi non tenendo conto
anche degli anni di servizio prestati nei Consigli regionali o al
Parlamento europeo - sono in pagamento 2.600 vitalizi per una spesa, nel
2016, di 193 milioni, circa 150 milioni in più rispetto ai contributi
versati. Va così da 40 anni a questa parte, ha fatto notare il
presidente dell’Inps: i saldi rispetto ai contributi sono sempre stati
in rosso. Ma applicando le regole del sistema contributivo oggi in
vigore per tutti gli altri lavoratori anche all’intera carriera
contributiva dei parlamentari « la spesa per vitalizi scenderebbe a 118
milioni, con un risparmio di circa 76 milioni di euro l’anno, 760
milioni nei prossimi 10 anni». Che dovrebbero diventare quasi 1,5
miliardi, sempre in 10 anni, tendono conto pure dei consiglieri
regionali.
Di fatto «i vitalizi dei
parlamentari sono quasi il doppio di quanto giustificato dai contributi
versati» ha detto Boeri. E i soldi che si potrebbero risparmiare non
sono pochi, ha sottolineato, tanto più se destinati a politiche sociali.
Basti pensare che per l’Asdi, il nuovo assegno di disoccupazione,
«prevedeva per il 2015 uno stanziamento di 200 milioni per i disoccupati
di lunga durata».
E’ vero che vitalizi
legati al retributivo e slegati dalla durata del mandato sono stati di
fatto aboliti, ma la regola vale solo a partite dal 2012, per i
trattamenti passati rimangono in vigore le vecchie regole. Se così non
fosse, precisa il presidente dell’Inps il vitalizio medio scenderebbe da
56.830 a 33.560 euro.
Ed è proprio alle
nuove norme (considerate tra l’altro non sufficienti da Boeri) che
Montecitorio si è appellato rispondendo con una nota di precisazione
all’Inps. I vitalizi non esistono più dalla scorsa legislatura, gennaio
2012, e le valutazioni espresse da Boeri quanto alla sostenibilità del
sistema «sono ben note» vi si legge. Inoltre, «gli oneri derivanti sia
dal nuovo sistema contributivo, che dal sistema dei vitalizi in vigore
in precedenza, gravano interamente ed esclusivamente sui bilanci interni
di Camera e Senato, e non dell’Inps».
Scontata
la polemica politica: per Luigi Di Maio del M5S, Boeri «dovrebbe sapere
che è il governo a non voler abolire questo privilegio» . Matteo
Richetti, del Pd ha risposto: «È una sonora bugia. Dai 5 Stelle non
abbiamo proposte specifiche, solo confusi pasticci».