Repubblica 6.5.16
Palmira rinasce con la musica
Diretta tv per il concerto dell’orchestra di San Pietroburgo nell’anfiteatro liberato dall’Is
di Nicola Lombardozzi
MOSCA.
Anche le antiche pietre di Palmira sembrano festeggiare la fine di un
incubo sulle note di Bach e Prokovev. L’anfiteatro romano strappato alla
furia dell’Is è colmo di militari russi in occhiali scuri e mimetica.
Commossi e fieri del loro successo trasmesso in diretta tv e celebrato
da Vladimir Putin dal maxischermo tra le colonne romane dell’anfiteatro
patrimonio dell’Unesco.
Sul proscenio — dove
fino a pochi mesi fa l’Is metteva in scena brutali esecuzioni — in
pantaloni e maglietta nera, con cappellini da baseball per proteggersi
da un sole cui non sono abituati, si esibiscono fuoriclasse della musica
classica russa e mondiale: l’orchestra del teatro Mariinskij di San
Pietroburgo diretta da Valerij Gergiev. Non proprio tutti. Mancano le
donne e i musicisti più anziani. Scelta imposta da motivi di sicurezza e
dalla rapidità di un viaggio organizzato in un paio di giorni. Idea di
Putin che ha imposto la cancellazione di un concerto negli Urali per
inviare i suoi musicisti preferiti a compiere quello che ha definito «un
gesto di gratitudine, memoria e speranza per tutte le vittime del
terrorismo in qualsiasi parte del mondo». Grande colpo d’immagine in una
giornata carica di suggestioni. Proprio ieri il ministero della Difesa
ha annunciato la «perfetta riuscita» dell’opera dei suoi artificieri:
oltre 800 ettari di terreno bonificati e pronti per la delicata opera di
restauro. E, sempre ieri, da una base militare di Mosca, è partita la
salma di Aleksandr Prokhorenko, il giovane tenente delle forze speciali
morto nella battaglia per la liberazione di Palmira. I funerali saranno
celebrati oggi nel suo villaggio natale di Gorodki.
Ce
n’è a sufficienza per giustificare l’orgoglio patriottico e l’emozione
di tutti i presenti tra le rovine di Palmira. Il maestro Gergiev ha
voluto un programma sobrio. Niente musiche trionfali come qualcuno aveva
forse preteso, ma scelte più delicate. In particolare l’amatissima
prima sinfonia di Prokovev scritta nel 1916, ritenuta prototipo
dell’ottimismo del compositore in risposta ai dolori e agli orrori della
guerra. Cresciuto nell’attuale Ossezia del Nord, Gergiev aveva diretto
un concerto molto politicizzato alla fine della guerra con la Georgia
nel 2008.
Questa volta ha volato più alto
battezzando l’esibizione della sua orchestra “Preghiera per Palmira”
senza alcun riferimento politico. Emozione anche per l’esecuzione della
quadriglia tratta dall’opera Non solo amor di Radion Scedrin. Suonava il
violoncello Sergej Roldugin, amico di Putin, padrino di battesimo della
figlia del Presidente, finito nella lista dei famigerati Panama Papers
per
misteriosi movimenti di denaro, ma musicista di livello indiscutibile. E
per finire non poteva mancare la citazione del grande poeta Pushkin che
nel Cavaliere di bronzo, definì San Pietroburgo «la Palmira del Nord».
Il telecronista di Rossija1 chiude il collegamento definendo il concerto
«l’omaggio della Palmira del Nord alla Palmira liberata».