Repubblica 4.5.16
Addio alla banconota da 500 euro mossa antiriciclaggio di Draghi
di Tonia Mastrobuoni
BERLINO.
In gergo lo chiamano “Bin Laden”. Ed è spacciato. Il bigliettone da 500
euro prediletto dai signori della droga, dai riciclatori di denaro
sporco, dalle mafie di ogni angolo del mondo e dai trafficanti di armi,
ha le ore contate. La Banca centrale europea potrebbe decidere di
abolirlo oggi. La discussione è ancora sul come, se prevedere una data
entro la quale dichiararlo fuori corso o smettere semplicemente di
stamparlo, ma nel Consiglio direttivo prevarrebbe la seconda ipotesi,
quella insomma di lasciarlo andare ad esaurimento, evitando “traumi”
come una vera e propria data di scadenza.
Una mossa annunciata
mesi fa dal presidente, Mario Draghi, che l’ha motivata così: «è sempre
più uno strumento per attività illegali». Ma da quando è noto che la
riunione del Consiglio direttivo potrebbe deciderne stamane la fine, in
Germania è polemica. E il curioso feticismo da banconota di un popolo
associato spesso alla razionalità e al progresso tecnologico, ha ripreso
a produrre editoriali indignati e commenti paranoici. Uno dei quali
sostiene che la fine di “Bin Laden” costerebbe la bellezza di 500milioni
di euro.
Il consigliere della Bundesbank, Carl-Ludwig Thiele, ha
criticato sia l’abolizione del la banconota da 500 euro — che
rappresenta appena il 3% degli scambi ma un’enormità, in termini di
valore, quasi 300 miliardi di euro, il 30% del tutto il contante — sia
il piano della Commissione europea di introdurre un tetto ai pagamenti
in contanti. C’è il rischio, ha aggiunto, che «pezzo dopo pezzo muoia la
libertà».
Il pathos non meravigli: sui contanti, i tedeschi sono
il popolo più nostalgico del mondo. E in queste settimane stanno
mettendo insieme, come fa Thiele, i dossier più disparati per alimentare
una paranoia atavica: quella che qualcuno voglia strappare loro di mano
per sempre monetine e banconote. Come scrisse non la popolare Bild, ma
la borghesissima Frankfurter Allgemeine Zeitung in un vibrante
editoriale: «i contanti sono la libertà». Ma in realtà, al di là della
discussione sul “Bin Laden” o sul limite ai pagamenti in contanti,
nessuno si è mai sognato di proporre in Germania l’abolizione del
“cash”. E’ un fantasma che gira per il paese senza un referente reale.
La
minaccia recente di Georg Fahrenschon, presidente delle Sparkassen,
delle potentissime Casse di risparmio, di trasferire i tassi negativi
che la Bce sta applicando ai depositi per le banche, persino ai conti
dei risparmiatori tedeschi, è invece reale. E non fa che rendere i toni
ancora più aggressivi. Getta benzina sul fuoco di chi sostiene che a
fronte di una politica monetaria che si sta mangiando i risparmi, si
stia anche attentando alla libertà di rifugiarsi nei contanti.
La
verità è che i tedeschi comprano tantissimo “cash”, dall’automobile
usata alla lavatrice al televisore, chi è stato a Berlino o a Monaco
anche solo un’ora, sa quant’è difficile pagare con la carta di credito. E
per i più anziani, l’abolizione del pezzo da 500 euro sarà ancora più
incomprensibile. Fino a quindici anni fa, quando c’era il marco, il
taglio grosso era da mille, l’equivalente di un milione di vecchie lire.
In Italia il massimo erano le banconote da 500mila, ma erano usate
molto più raramente di quelle da mille marchi.
E per capire il
feticismo da biglietti e monetine che affligge il popolo di Angela
Merkel, è sufficiente pensare anche alla mania scoppiata di recente
attorno alla prima moneta da cinque euro mai stampata nel mondo. L’hanno
fabbricata ovviamente loro, e nonostante il nome inglese, “Planet
Earth”, basta uno sguardo per capire che è molto tedesca. E’ infatti
identica al vecchio “Heiermann”, alla moneta da cinque marchi. Anche
questo è un aspetto che non bisogna dimenticarsi mai: l’unico simbolo di
potere che la Germania si sia mai concessa nel Dopoguerra, dopo la
tragedia del nazismo, è stato il marco. E se ne sono staccati con enorme
fatica.
La paura di venire privati dei contanti è emersa anche
quando alla vigilia delle elezioni regionali di marzo, il ministero
delle Finanze aveva paventato l’idea di introdurre un limite di 5.000
euro ai pagamenti “cash”. La levata di scudi è arrivata fino alla
Bundesbank, finché Wolfgang Schaeuble ha rimbalzato il rovente dossier a
Bruxelles. Dove la riflessione sulla possibile introduzione di un tetto
ai contanti è in corso da un pezzo. Ieri una fonte del ministero
ricordava che «non c’è nessuna novità». L’Ecofin ha incaricato a
febbraio la Commissione di esaminare un’ipotesi del genere. «Ora si
tratta solo di aspettare. I risultati non ci sono ancora». Un sospiro di
sollievo. Almeno, per Berlino.