mercoledì 4 maggio 2016

Repubblica 4.5.16
Raggi-Giachetti, duello sulla legalità
La grillina: “Il Pd ha prodotto Mafia capitale, chi è di sinistra lo lasci”
L’ex radicale: “Dovrei dire che i 5Stelle sono un partito di ladri di armadietti”
Al confronto anche Fassina, che promette una giunta con Vassallo, Visco e Bray
di Gio. Vi.

ROMA. Per mesi si sono incrociati, punzecchiati a distanza, mai davvero incontrati. Ieri, invece, i due candidati più accreditati a conquistare la poltrona più scomoda di Roma, si sono persino stretti la mano. Riluttanti entrambi, in verità, e solo perché costretti. Divisi anche dal mezzo di locomozione — scooterone lui, vecchia utilitaria lei — utilizzato per raggiungere la Città dell’Altra economia a Testaccio, santuario rosso che per un pomeriggio l’applausometro converte al grillismo.
Benvenuti al primo faccia a faccia pubblico tra la pentastellata Virginia Raggi e il dem Roberto Giachetti, con il “sinistro” Stefano Fassina nel ruolo di sparring partner. Antipasto del confronto che verrà stasera, nella terza Camera della Repubblica allestita negli studi di
Porta a Porta,
che oltre ai due favoriti nella corsa al Campidoglio ospiterà gli sfidanti Meloni e Marchini. Un dibattito condito da battute al vetriolo e qualche moto di fastidio, scorie del duello ingaggiato fin dal mattino sul tema più caro al M5s: la legalità. «Chi ha un’idea di sinistra dovrebbe fare una cosa molto onesta: togliersi dal Pd e fondare un nuovo partito. E togliersi da questa gabbia che ha prodotto Mafia capitale», aveva attaccato l’avvocata a 5 stelle, inserendo nel suo pantheon «San Suu Kyi, Gandhi e Martin Luter King, i leader a cui mi ispiro», aveva precisato con malcelata modestia. «Raggi ha una certa difficoltà ad argomentare oltre la contumelia », la replica del vicepresidente della Camera: «Se la seguissi su questa strada dovrei dire che il M5S è un movimento di scassinatori di armadietti nelle palestre».
Scontro proseguito qualche ora dopo, da vicino. È bastato che Fassina annunciasse i suoi assessori - «Visco al Bilancio, Bray alla Cultura, Vassallo come vicesindaco » - per innescare il primo corpo a corpo. Con Giachetti a specificare: «Presenterò i miei 12 nomi il 21 maggio, con largo anticipo, per rompere definitivamente con la contrattazione coi partiti», subito censurato dalla Raggi: «Non bisogna fare a gara a chi presenta la giunta prima, ma puntare alla sostanza».
Una maestrina con la penna rossa, brandita anche sulla corruzione. Per contrastarla «la prima leva è la trasparenza, procedure visibili su open data», spiega Giachetti. «E ok alla rotazione dei dipendenti comunali». Ma Raggi corregge: «Finora è stata data solo una mano di bianco. Serve la formazione». Tutti e tre però concordi nel non volere un assessore alla Legalità (come lo fu Alfonso Sabella per Marino) in quanto «misura emergenziale».
Stilettate che diventano affondi sui circoli morosi. «Vorrei capire se il Pd ha intenzione di pagare i 176mila euro che il partito deve al Comune per la sede di via dei Giubbonari», insinua. «Abbiamo un candidato distratto», la risposta del dem. «Il sottoscritto, appena si è posto il problema, ha detto che se sarà eletto sindaco si adopererà perché la sede sia restituita e il debito saldato». Sullo sfondo restano gli autovelox, le buche, il decoro: le tante domande poste dai blogger organizzatori dell’evento. Concluso da una Raggi inseguita dai fotografi. Come una delle sue star.