Repubblica 3.5.16
La doccia fredda dei ricorsi sul concorsone dei prof prove scritte a rischio caos
In
aula i primi candidati autorizzati dai tribunali. Giannini rassicura
“Soltanto 8 su 10mila”. Ma i sindacati avvertono: “L’ondata deve
arrivare”
di Laura Montanari
SI VA avanti fra i
candidati regolarmente iscritti, quelli che si fanno largo con le vie
legali e quelli parcheggiati fuori in attesa di un verdetto favorevole
del tribunale. «Tutto sta procedendo », rassicura il ministro
dell’istruzione Stefania Giannini consultando i numeri: su 10.500
entrati ieri nelle aule per una delle prove scritte del concorso della
scuola, soltanto 8 erano i candidati senza abilitazione ammessi grazie
al pronunciamento del Consiglio di Stato. Ribatte Domenico Pantaleo,
della Cgil scuola: «Vedrete nelle prossime settimane, quando arriverà
l’ondata». Che al momento, però, è solo annunciata e perciò impossibile
da quantificare. Secondo i sindacati, sono 25mila i ricorrenti (docenti
in possesso della sola laurea, senza abilitazione), cui presto il
concorsone che deve selezionare oltre 63mila insegnanti dall’infanzia
alle superiori dovrà aprire le porte. Fantasmi o numeri reali? In
Lombardia, la prima pronuncia favorevole arrivata venerdì ha allarmato
l’Ufficio scolastico regionale, che a Monza ha fatto requisire 700
postazioni computer in 12 scuole per far fronte all’arrivo della “marea”
di candidati extra. Alla fine, ieri, con le carte in regola ne è
arrivata una soltanto. Ma quei 699 computer inutilizzati raccontano bene
il clima d’incertezza che aleggia sul concorso. Sempre a Monza, una
prof non abilitata che si era presentata all’esame con la sola istanza
del suo avvocato ha chiamato i carabinieri, ma è rimasta comunque fuori.
Disagi
a Firenze, dove un candidato ipovedente ha dovuto ricorrere a un tutor
perché il software del ministero non prevede la possibilità d’ingrandire
i caratteri. «Ci avevano detto che saremmo stati in 160mila — protesta
un altro candidato toscano — invece rischiamo di essere molti di più e
così noi avremo meno possibilità di avere un posto. Eppure abbiamo
sostenuto tirocinii e tre prove di abilitazione. Mi chiedo a cosa sia
servito...». Tra rabbia e incognite, il concorso rischia di trasformarsi
in una autentica battaglia legale. Se ci fosse, come si vocifera, una
prova supplementare per i ricorrenti, potrebbero rivolgersi agli
avvocati anche parte degli iscritti regolari che si vedono superati dai
nuovi. Il premier Renzi difende le scelte del governo: «Facciamo un
concorso che non era fatto da anni. Se negli ultimi venti, anziché
tagliare, si fosse investito questa situazione non si sarebbe creata».