martedì 3 maggio 2016

Repubblica 3.5.16
Unioni civili, torna la battaglia contro l’utero in affitto e il Pd si spacca di nuovo
Il caso.
In due mesi accelerata a favore delle adozioni gay: così i tribunali danno il via libera alle coppie omosessuali. “Garantire il diritto di un bimbo a avere due genitori senza discriminazioni”
Legge alla Camera, ok entro il 12 maggio. Ma Ncd presenta una mozione anti-maternità surrogata e i dem si dividono. Renzi: “Fiducia probabile”
di Giovanna Casadio

ROMA. Prima delle unioni civili c’è la mozione contro l’utero in affitto. Una guerra di mozioni, per la verità. Ne sono state già presentate dieci alla Camera, manca quella del Pd che la settimana scorsa si è diviso tra chi vuole la condanna totale e universale della maternità surrogata e chi ritiene si possa prevedere quella “samaritana”. Una donna che dona il suo utero senza fini di lucro per consentire a una coppia, gay o etero, di avere un figlio deve poterlo fare. Al netto delle lacerazioni dem, è l’Ncd, il partito di Alfano, a porre l’ultimatum: niente voto sulle unioni civili, se non si ribadisce il divieto - che peraltro in Italia già esiste nella legge 40 sulla procreazione assistita - a ricorrere all’utero in affitto anche all’estero. Renzi ha annunciato il voto di fiducia, blindando la legge approvata in Senato: «L’11 e il 12 maggio, con fiducia a naso, voteremo la legge sulle unioni civili alla Camera». Crescono le polemiche.
UN PALETTO CONTRO LA STEPCHILD
Fatta uscire dalla porta, torna così dalla finestra la questione della stepchild adoption. L’adozione del figlio del partner in una coppia gay è stata cancellata dalla legge sulle unioni civili a Palazzo Madama. Per i centristi, per i cattolici che cercano di accreditarsi presso la piazza del Family day, non basta. Con l’attuale testo di legge, i magistrati continuano a fare sentenze a favore della stepchild: è la denuncia. Quindi ci vuole almeno un paletto. Un modo per ribadire che stepchild e rischio di utero in affitto sono collegati. Da qui la mozione dei centristi che ha come primi firmatari Maurizio Lupi, il capogruppo di Ncd, Paola Binetti, Rocco Buttiglione.
“NON VOTO LA FIDUCIA”
Paola Binetti, ex teodem ora nelle file centriste, dice che «mettere la fiducia senza prima votare la nostra mozione, dopo avere blindato la legge anche in commissione qui alla Camera, è una provocazione». Binetti non ci sta. Nella mozione centrista la maternità surrogata è paragonata a «una nuova forma di schiavitù e di tratta degli esseri umani: sia quindi reato universalmente perseguibile».
FORZA ITALIA DIVISA SULLE UNIONI
Anche i forzisti hanno presentato una mozione contro l’utero in affitto chiedendone «la messa al bando universale ». Però sulla legge sulle unioni civili sono spaccati, dal momento che i liberal del partito berlusconiano, da Stefania Prestigiacomo a Laura Ravetto sono favorevoli ai diritti per le coppie gay e alla legge. Criticano aspramente la scelta di Renzi di mettere la fiducia. Neppure i centristi della maggioranza vogliono ci sia la fiducia, perciò Ncd si appella al presidente Mattarella. Gli alfaniani Sacconi e Pagano denunciano i «profili di incostituzionalità », il principale dei quali «riguarda le unioni come simil-matrimoni, così volute per ottenere la genitorialità omosessuale per via giurisprudenziale ». Quindi annunciano non solo la raccolta di firme per un referendum abrogativo ma anche minacciano conseguenze sul referendum costituzionale di ottobre.
LA BOZZA DEI DEMOCRATICI
Fatta ma subito disfatta la bozza della mozione del Pd. Titti Di Salvo, ex Sel ora dem, è stata chiamata a mediare e riscriverla. La sinistra dem ha stoppato ogni riferimento alla condanna tout court della maternità surrogata. Giuseppe Guerini ha proposto una quadra; Barbara Pollastrini una via di uscita: condanna dello sfruttamento del corpo della donna e tutela però dei bambini. C’è la mozione dei 5Stelle. E quella di Sel, che dice «regolamentiamola».