Repubblica 25.5.16
Maurizio Landini: “Finalmente si apre il confronto ma non va colpito chi lascia in anticipo”
Ora è il momento di passare a discutere dei contenuti. L’idea del prestito ai lavoratori è una follia
Rottura sul contratto dei metalmeccanici e sciopero giustificati dall’intransigenza di Federmeccanica
intervista di Luisa Grion
ROMA.
«È un passo avanti, ora passiamo ai fatti ». Maurizio Landini, leader
della Fiom, vede nel vertice fra governo e sindacato due aspetti
positivi, ma assicura che la strada per arrivare ad un accordo condiviso
è lunga e passa attraverso un principio indiscutibile: «La flessibilità
sulle pensioni non deve penalizzare i lavoratori ».
Partiamo dagli aspetti positivi, quali sono?
«La
riapertura di un confronto partendo dalle proposte del sindacato e
l’intenzione dichiarata dal governo di non andare avanti per atti
unilaterali. Risultati arrivati grazie al fatto che c’è stata una
proposta unitaria e una grande mobilitazione del sindacato. Comunque,
sul metodo ci siamo».
E sui contenuti?
«Non se ne è parlato».
Però
si sa che nei piani di Palazzo Chigi ci sarebbe la flessibilità con
penalizzazioni. Tre diverse ipotesi per andare in pensione prima con
assegno un po’ più basso. «Siamo l’unico paese europeo ad avere un
sistema previdenziale completamente contributivo, già averci aggiunto il
limite di età è un paradosso. I lavoratori hanno pagato troppo, le
penalizzazioni sono inaccettabili».
C’è anche una proposta del Pd che prevede un prestito bancario per affrontare i costi di una uscita anticipata. Cosa ne pensa?
«Un
lavoratore per poter lasciare il lavoro prima dovrebbe pure chiedere un
prestito alla banca? Ma è una follia, avvantaggia solo banche e
assicurazioni. E comunque, riguardo alla previdenza, non possiamo
ragionare solo sulla flessibilità per chi esce: dobbiamo rivedere il
sistema contributivo, altrimenti i giovani non andranno mai in
pensione».
Ma Renzi, nel forum di “ Repubblica” ha annunciato
interventi anche sulle pensioni minime, sui ceti medi, le famiglie,
l’Irpef. Non sono temi vostri?
«Non è la prima volta che il
premier fa annunci in coincidenza di una campagna elettorale, noi però
abbiamo bisogno di fatti, di risposte e su quelle valuteremo e agiremo
di conseguenza ».
Fino ad oggi di fatti non ce ne sono stati?
«Hanno
avvantaggiato solo le imprese: dalla decontribuzione per chi assume al
taglio dell’Irap. Misure finanziate dalla fiscalità generale che hanno
premiato solo le aziende: ora tocca ai lavoratori, a partire dai
contratti».
Perché sui contratti, assieme a Fim e Uilm, Fiom ha appena dichiarato dodici ore di sciopero?
«Federmeccanica
punta a distruggere il contratto nazionale chiedendo che tutti gli
aumenti, anche quelli legati all’inflazione, passino attraverso il
contratto aziendale. Nel settore solo il 37 per cento delle aziende ha
un secondo livello di contrattazione, agli altri cosa raccontiamo? Gli
aumenti devono passare attraverso per il contratto nazionale e devono
essere defiscalizzati, come già avviene nei contratti aziendali».
Sempre
in tema di contratti, e riferendosi a quello di Fiat Chrisler, il
premier ha detto che guardando ai numeri poi ottenuti lei, Landini, ha
sbagliato a schierarsi contro.
«Che numeri ha guardato Renzi? Solo
Melfi ha assunto. Io guardo ai numeri dei lavoratori: le loro
condizioni occupazionali sono peggiorate e grazie all’uscita della Fiat
dal contratto nazionale oggi guadagnano 74 euro in meno rispetto agli
altri metalmeccanici».