Repubblica 20.5.15
Il bonus ai professori deciso dagli studenti. Ed è già polemica
Molte scuole coinvolgono gli alunni nella valutazione per i premi in busta paga. I sindacati minacciano ricorsi
di Ilaria Venturi
IN
uno scatolone giallo all’ingresso, i maturandi hanno potuto infilare
per due giorni il giudizio, anonimo, sui loro insegnanti. Una sorta di
“primarie” dei prof, un referendum a scuola con tanto di seggio. Succede
al liceo delle scienze umane Duca d’Aosta a Padova. Ed è polemica, con
un gruppo di docenti già pronti al boicottaggio, proprio nei giorni
caldi per la scuola alle prese con il bonus da distribuire agli
insegnanti migliori e lo sciopero di oggi sul blocco degli stipendi.
Stavolta
sono gli studenti a dare i voti a chi sta in cattedra: la customer
satisfaction entra nelle aule per la prima volta legata allo stipendio,
non più solo a fini statistici e di miglioramento. E se nelle università
si fa ormai da anni, nelle scuole lo stile anglosassone fatica ad
affermarsi. I professori, abituati a valutare, si ritrovano sottoposti
al giudizio dei loro alunni, che peserà anche in busta paga, e questo fa
scattare mugugni e mal di pancia. Anche se alla fine le “pagelle” non
saranno pubbliche: serviranno ai presidi per assegnare il premio,
insieme ad altri criteri.
A macchia di leopardo e in modo ancora
minoritario, diversi fra i Comitati di valutazione istituiti nelle
scuole, in cui siedono anche genitori e studenti, hanno inserito fra i
criteri (in modo «concordato e senza strappi», affermano i presidi), le
“pagelle” , che prevedono domande e punteggi differenti. A Bologna, il
liceo scientifico Copernico sottoporrà ai suoi 1.650 alunni dieci
domande on line: «L’insegnante suscita interesse per la disciplina, è
chiaro quando spiega, sollecita l’attenzione durante la lezione, è
puntuale?». Il punteggio va da 1 a 6, e solo le schede che
raggiungeranno almeno il 4 arriveranno sul tavolo della preside per
concorrere al bonus. Il dibattito è vivace: «Sono additato come uno poco
chiaro da uno studente che arriva tardi ogni mattina e che in classe
pensa ad altro? Abbasserò il livello di complessità del mio insegnamento
», polemizza Orazio Sturniolo, docente di fisica. «Meglio sarebbero
carriere differenziate, ma questo è un primo passo, inevitabile»,
osserva al contrario il professor Paolo Ferratini.
Al Salvemini di
Casalecchio, alle porte di Bologna, la prima domanda del questionario,
inviato a studenti e genitori, riguarda il preside: «Mi sottopongo al
giudizio per primo — osserva Carlo Braga — Ovvio che fa paura, il
concetto di merito nella pubblica amministrazione è osteggiato».
Il
caso del Duca d’Aosta di Padova è scoppiato dentro l’urna dove
finiranno anche i giudizi dei genitori e l’autovalutazione dei prof.
«Alcune domande sono vaghe, quelle alle famiglie addirittura di seconda
mano, perché viene chiesto un giudizio in base a quanto riportato dai
figli», contesta Paolo Romandini, professore di Scienze naturali pronto a
rifiutare il bonus. Ai liceali dell’ultimo anno è stato chiesto di
indicare almeno tre docenti che hanno avuto un ruolo importante nella
loro formazione. «Così si crea un clima avvelenato. Piuttosto si chieda a
chi è già uscito, ma qui si tratta di ragazzi che vediamo ogni giorno».
Il preside Alberto Danieli smorza: «Polemiche da mettere in conto. Ma
qui nessuno leva un euro a nessuno, c’è solo chi avrà qualche soldo in
più».
A Chivasso, è il sindacato Cub scuola ad attaccare il
questionario del liceo Newton, dove gli studenti giudicheranno anche la
disponibilità a gite e lezioni di recupero, oltre a velocità e
precisione nel correggere i compiti. Al convitto Umberto I di Torino, i
liceali saranno convocati oggi in aula magna per compilare il modulo
De
magistro bono indicandol’insegnante esemplare. A Milano, il liceo
Vittorini fa i questionari da anni: stavolta saranno legati al bonus. «I
nostri insegnanti sono abituati, e io stessa controllerò quanto i
ragazzi affermeranno», spiega la preside Mara Bariatti. Ma i sindacati
già annunciano ricorsi: «Sono questionari fai-da-te, sbagliati: gli
studenti hanno diritto di giudicare il funzionamento della scuola, ma
non possono intervenire su un aspetto contrattuale», denuncia Annamaria
Santoro della Flc-Cgil. «Così si innesca solo conflittualità», aggiunge
Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola. Ben più duro Marcello
Pacifico dell’Anief: «Va contro la legge. E è surreale: chi è valutato
valuta».