venerdì 20 maggio 2016

Repubblica 20.5.15
Il bonus ai professori deciso dagli studenti. Ed è già polemica
Molte scuole coinvolgono gli alunni nella valutazione per i premi in busta paga. I sindacati minacciano ricorsi
di Ilaria Venturi

IN uno scatolone giallo all’ingresso, i maturandi hanno potuto infilare per due giorni il giudizio, anonimo, sui loro insegnanti. Una sorta di “primarie” dei prof, un referendum a scuola con tanto di seggio. Succede al liceo delle scienze umane Duca d’Aosta a Padova. Ed è polemica, con un gruppo di docenti già pronti al boicottaggio, proprio nei giorni caldi per la scuola alle prese con il bonus da distribuire agli insegnanti migliori e lo sciopero di oggi sul blocco degli stipendi.
Stavolta sono gli studenti a dare i voti a chi sta in cattedra: la customer satisfaction entra nelle aule per la prima volta legata allo stipendio, non più solo a fini statistici e di miglioramento. E se nelle università si fa ormai da anni, nelle scuole lo stile anglosassone fatica ad affermarsi. I professori, abituati a valutare, si ritrovano sottoposti al giudizio dei loro alunni, che peserà anche in busta paga, e questo fa scattare mugugni e mal di pancia. Anche se alla fine le “pagelle” non saranno pubbliche: serviranno ai presidi per assegnare il premio, insieme ad altri criteri.
A macchia di leopardo e in modo ancora minoritario, diversi fra i Comitati di valutazione istituiti nelle scuole, in cui siedono anche genitori e studenti, hanno inserito fra i criteri (in modo «concordato e senza strappi», affermano i presidi), le “pagelle” , che prevedono domande e punteggi differenti. A Bologna, il liceo scientifico Copernico sottoporrà ai suoi 1.650 alunni dieci domande on line: «L’insegnante suscita interesse per la disciplina, è chiaro quando spiega, sollecita l’attenzione durante la lezione, è puntuale?». Il punteggio va da 1 a 6, e solo le schede che raggiungeranno almeno il 4 arriveranno sul tavolo della preside per concorrere al bonus. Il dibattito è vivace: «Sono additato come uno poco chiaro da uno studente che arriva tardi ogni mattina e che in classe pensa ad altro? Abbasserò il livello di complessità del mio insegnamento », polemizza Orazio Sturniolo, docente di fisica. «Meglio sarebbero carriere differenziate, ma questo è un primo passo, inevitabile», osserva al contrario il professor Paolo Ferratini.
Al Salvemini di Casalecchio, alle porte di Bologna, la prima domanda del questionario, inviato a studenti e genitori, riguarda il preside: «Mi sottopongo al giudizio per primo — osserva Carlo Braga — Ovvio che fa paura, il concetto di merito nella pubblica amministrazione è osteggiato».
Il caso del Duca d’Aosta di Padova è scoppiato dentro l’urna dove finiranno anche i giudizi dei genitori e l’autovalutazione dei prof. «Alcune domande sono vaghe, quelle alle famiglie addirittura di seconda mano, perché viene chiesto un giudizio in base a quanto riportato dai figli», contesta Paolo Romandini, professore di Scienze naturali pronto a rifiutare il bonus. Ai liceali dell’ultimo anno è stato chiesto di indicare almeno tre docenti che hanno avuto un ruolo importante nella loro formazione. «Così si crea un clima avvelenato. Piuttosto si chieda a chi è già uscito, ma qui si tratta di ragazzi che vediamo ogni giorno». Il preside Alberto Danieli smorza: «Polemiche da mettere in conto. Ma qui nessuno leva un euro a nessuno, c’è solo chi avrà qualche soldo in più».
A Chivasso, è il sindacato Cub scuola ad attaccare il questionario del liceo Newton, dove gli studenti giudicheranno anche la disponibilità a gite e lezioni di recupero, oltre a velocità e precisione nel correggere i compiti. Al convitto Umberto I di Torino, i liceali saranno convocati oggi in aula magna per compilare il modulo
De magistro bono indicandol’insegnante esemplare. A Milano, il liceo Vittorini fa i questionari da anni: stavolta saranno legati al bonus. «I nostri insegnanti sono abituati, e io stessa controllerò quanto i ragazzi affermeranno», spiega la preside Mara Bariatti. Ma i sindacati già annunciano ricorsi: «Sono questionari fai-da-te, sbagliati: gli studenti hanno diritto di giudicare il funzionamento della scuola, ma non possono intervenire su un aspetto contrattuale», denuncia Annamaria Santoro della Flc-Cgil. «Così si innesca solo conflittualità», aggiunge Maddalena Gissi, segretaria della Cisl scuola. Ben più duro Marcello Pacifico dell’Anief: «Va contro la legge. E è surreale: chi è valutato valuta».