Repubblica 19.5.16
L’alleanza tra il centrosinistra e Ala si è realizzata a Napoli, Grosseto, Caserta e Cosenza
Domani il capo degli ex forzisti ora filorenziani sarà a Napoli, unica città dove schiera il simbolo
La lite nel Pd su Verdini “Al sud ci porta il 3%” “Ma ci fa perdere più voti”
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Partiamo dalla cornice dei numeri. Verdini e il Partito democratico
vanno a braccetto in quattro capoluoghi di provincia: Napoli, Grosseto,
Caserta, Cosenza (sono oltre 20 quelli chiamati al voto). Sul totale dei
comuni nei quali si vota il 5 giugno, il matrimonio tra la formazione
dell’ex coordinatore di Forza Italia, Ala, e Matteo Renzi rappresenta il
7-8 per cento. Dentro la cornice c’è il quadro dello scontro interno ai
dem sul ruolo che avrà Verdini nel futuro e sul suo peso nelle
dinamiche del Pd. Secondo il vicesegretario dem Lorenzo Guerini queste
cifre dimostrano che non si può parlare di «alleanza strategica». Il
punto però è quanto aggiunge e quanto toglie un patto anomalo,
particolare che sposta il baricentro del Pd nell’area moderata, al netto
delle polemiche sui guai giudiziari di Verdini e di alcuni dei suoi
fedelissimi. Cioè, sull’antropologica impresentabilità del mondo
verdiniano a giudizio di una fetta degli elettori e della classe
dirigente democratica.
Gianni Cuperlo non ha dubbi: «Sono più gli
affezionati che perdiamo. Gli orfani di Berlusconi non riusciranno mai a
compensarli ». Il senatore di Ala Vincenzo D’Anna invece considera i
suoi voti indispensabili. Una prima controprova gli dà ragione. Alle
regionali campane la lista degli scissionisti azzurri fece vincere il
governatore De Luca. Lo scarto con Stefano Caldoro fu del 2 per cento.
D’Anna, con il suo gruppo (composto da molti legati a Nicola Cosentino)
prese l’1,8. Se fosse stato di là, Caldoro avrebbe ancora la poltrona.
«I nostri voti valgono doppio — dice D’Anna — escono da una parte e
vanno dall’altra». E quelli che fate perdere a sinistra? «I candidati
sindaci che hanno accettato il sostegno di Ala si saranno fatti dei
calcoli e avranno capito che conviene avere il nostro voto. Quello che
doveva uscire a sinistra è già uscito. Prenda Bassolino. Su Facebook
mena duro sul Pd e sulla candidata Valeria Valente, ma non può fare
propaganda per De Magistris o Lettieri. Hanno le mani legate».
Verdini
sarà a Napoli domani pomeriggio e sabato mattina. Farà il bis della sua
prima uscita in campagna elettorale a Cosenza. Un bis in grande perché è
prevista una grande manifestazione sabato alla Stazione Marittima. Nel
capoluogo campano Ala si presenta con il suo simbolo, unica città
italiana. Nelle altre corre sotto le vesti di varie liste civiche. Si
presenta in tutte le città del casertano che superano i 15 mila
abitanti. La Campania è il serbatoio dei consensi (potenziali) di Ala.
Quindi il test più serio è quello napoletano. A Largo del Nazareno
calcolano l’apporto di Ala, soprattutto al Sud, nell’ordine del 3-5 per
cento. «Numeri che non mi appassionano — insiste Cuperlo — . A Ballarò
Verdini ha detto che io non posso parlare perché appartengo al Pd del 25
per cento mentre ora il Pd di Renzi è al 40. Mi piacerebbe sapere
pubblicamente come rispondono i renziani». I renziani tacciono nelle
dichiarazioni ufficiali, ma Guerini a Repubblica precisa: «La frase su
Cuperlo è stata assai infelice perché chi ha titoli a stare nel Pd è
tema che riguarda il Pd».
Ma lo spostamento dell’alleanza al
centro sembra ormai un dato ineluttabile. Il vicesegretario lo nega e
ripete: «Di strategico c’è solo la legge elettorale nazionale, ossia
l’Italicum. Lo abbiamo fatto in modo da presentarci da soli con una
forza di centrosinistra che ha la vocazione maggioritaria». Nè intese
con la sinistra estrema nè col centro, dunque. Il resto sono scelte
locali «che non dipendono sempre da noi. Siamo alleati di Sel, a Milano,
a Ravenna, a Cagliari e in altre città. A Napoli Sel sta da 5 anni con
De Magistris. Quale centrosinistra avremmo potuto fare lì?». Cuperlo
dice che anche lui non è nostalgico dell’Unione. «Si può creare un
centrosinistra innovativo ». Il calabrese Nico Stumpo che conosce bene
Cosenza non nega che Verdini potrebbe essere decisivo al ballottaggio,
togliendo alla destra e dando qualcosa alla sinistra. «Ma il problema —
dice — è aver spaccato il centrosinistra. Il futuro del Pd è un’alleanza
con il centro, si chiami Ncd, Udc o Ala, e non con la sinistra. È
inaccettabile».