Repubblica 17.5.16
Contro-Opa su Rcs i soci storici e Bonomi offrono 0,70 euro cash
In campo Mediobanca, Unipol, Pirelli e Della Valle Titolo alle stelle. Cairo: “Un rilancio? Ragioneremo”
di Giuliano Balestreri
MILANO.
Si infiamma la battaglia per il Corriere della Sera. Il finanziere
Andrea Bonomi ha lanciato insieme ai soci storici di Rcs (Mediobanca,
Pirelli, UnipolSai e Diego Della Valle) un’Offerta pubblica d’acquisto
(Opa) per il controllo della società. Una mossa che si scontra con
quella presentata da Urbano Cairo e che arriva dopo le smentite di un
possibile coinvolgimento da parte di Mediobanca.
Il progetto di
Bonomi prevede la creazione di una nuova società nella quale
confluiranno le azioni Rcs dei quattro soci e della quale il finanziere
(attraverso il fondo Investindustrial) deterrà il 45% del capitale,
mentre il restante 55% sarà diviso in quote paritetiche (13,75% a testa)
tra Mediobanca, Pirelli, Unipol e Della Valle. In un primo momento,
quindi, il veicolo avrà il 22,6% di via Solferino contro il 4,6% di
Cairo.
A questo punto il veicolo dei soci storici lancerà un’Opa
sul restante 77,4% del capitale Rcs a 0,7 euro per azione, per un
esborso totale di 283 milioni di euro. I primi 67,5 milioni arriveranno
direttamente da Bonomi, gli altri saranno versati pro quota da tutti
soci della società che si impegnano a «dare un rapido impulso alla
crescita e allo sviluppo di Rcs» dotando la società di «risorse
finanziarie per sottoscrivere la quota di propria competenza di
eventuali aumenti di capitale fino a 150 milioni di euro». Dal punto di
vista industriale la proposta punta a «creare uno dei principali gruppi
multimediali», con particolare attenzione agli eventi sportivi e mezzi
digitali.
Di natura diversa è l’offerta di Cairo Communication che
propone uno scambio azionario: l’imprenditore consegna un titolo della
propria società a chi aderisce e riceve in cambio 8,3 azioni Rcs. In
base alle quotazioni dei due titoli in Borsa, l’azienda di via Solferino
è valutata da Cairo 0,52 euro per azione, un’offerta giudicata troppo
bassa dal consiglio di amministrazione di Rcs. «La mia offerta vale
circa 700 milioni, la loro 775 milioni, hanno fatto un incremento del
10% - ha detto Urbano Cairo ieri sera -. Sarà il mercato, che è sovrano,
a giudicare. La mia offerta è stata meditata. Un rilancio? Ragioneremo
». I due concorrenti partono da posizioni distanti con la certezza di
volere entrambi il controllo del Corriere della Sera per rilanciarlo
(nel primo trimestre ha perso 22 milioni di euro), ma con proposte
divergenti: da un lato quella in contanti di Bonomi che consente
un’uscita secca dall’azionariato (“vendo ed esco dal capitale”),
dall’altro lo scambio di azioni, che permette di restare soci (“prendo
un titolo nuovo e rimango azionista al fianco di Cairo”). Il problema è
che in questi anni il Corriere ha già bruciato parecchi soldi: nel 2013 è
stato sottoscritto un aumento di capitale da 400 milioni e a dicembre
dello scorso anno il cda ha avuto una delega per un’altra
ricapitalizzazione da 200 milioni da completare entro il 2017.
Sul
dossier Rcs ha acceso un faro la Consob che vuole fare chiarezza sulle
dichiarazioni dell’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, secondo cui
Piazzetta Cuccia non sarebbe stata parte attiva in una controfferta. La
banca d’affari, invece, sarà sia offerente che advisor. Entro la
settimana si riunirà il cda di Rcs per valutare la nuova offerta. Nel
frattempo, Exor ha avviato la vendita sul mercato dei titoli Rcs
ricevuti da Fca e il pacchetto iniziale del 5% del capitale è sceso a
circa il 4,5%: la famiglia Agnelli, dunque, non vuole interferire sul
l’esito della battaglia.