domenica 15 maggio 2016

Repubblica 15.5.16
La matematica come antidoto alla paranoia
di Piergiorgio Odifreddi

Qualche giorno fa l’economista torinese Guido Menzio, professore in Pennsylvania, si è imbharcato a Filadelfia. Quando la signora seduta vicino a lui ha visto che l’economista stava scrivendo strani messaggi in un alfabeto sconosciuto, ha fatto due più due: il tipo aveva un aspetto arabo, rifiutava di chiacchierare con lei, dunque doveva essere un terrorista che stava pianificando a matita un attacco. In combutta con la hostess e il capitano, la signora ha simulato un malore e l’aereo è tornato indietro. Fatto scendere con le dovute cautele l’economista, si è scoperto che stava semplicemente risolvendo un’equazione. La signora aveva scambiato la matematica per una lingua semitica, un piemontese per un arabo e la concentrazione per una precauzione.
Il caso ha fatto il giro del mondo, e insegna molte cose. La prima, che anni di isteria antiterrorismo hanno ormai generato un’isteria collettiva. La seconda, che le teorie di Lombroso, che pretendevano di identificare i malfattori in base alle loro caratteristiche fisiche, sono ancora vive e vegete. La terza, che certa gente è così ignorante in matematica da non essere nemmeno in grado di riconoscerne i simboli, non parliamo di capirne i contenuti.
Forse sarebbe il caso di fare qualche inutile controllo in meno e qualche utile lezione in più, anche perché ci sono molti più idioti che terroristi.