Repubblica 15.5.16
Perché è scomparso il timor di Dio
risponde Corrado Augias
GENTILE
AUGIAS, le sue parole su quanto sia inappropriato cedere al desiderio
dei bambini di apparire precocemente adulti erano appropriate ma sono
andate a colpire una molteplicità di soggetti interessati: pubblicità,
abbigliamento, cosmetici, cinema, concorsi di varia natura artistica,
ecc. Come afferma Chiara Saraceno, le menti malate che aggrediscono
bimbi non hanno bisogno di sollecitazioni che non sia la stessa età
delle vittime, ma sottolineare il sexy che non c’è non aiuta certo a
diminuirne l’interesse.
Giovanni Moschini - g.moschini@yahoo.it
Caro Augias, nelle recenti polemiche che l’hanno coinvolto mi ha colpito
la sua frase: «Le società si disgregano nel momento in cui viene a
mancare il “collante” del Sacro». Condivido. Ogni sistema, culturale,
politico o storico ha avuto nel Sacro e nel Rito un “vertice” di
riferimento. Quando gli dei cadono è la fine. In un recente viaggio ho
potuto ammirare il Tempio di Giove ad Agrigento. Il tempio era il centro
della città, il rito ne assicurava l’ordine contro il ”caos”.
Maurizio Dickman - maudic45@gmail.comn
ANCHE
a Gerusalemme il Tempio era il centro della città e dell’universo.
Quando nel 70 il tempio venne distrutto esplose non solo la diaspora ma
una nuova fase nella vita spirituale degli ebrei. Nella cultura
occidentale sono state elaborate due ideologie per una convivenza
sociale che fosse la meno ”ferina” possibile. Nel XVIII secolo
s’immaginò che una generale elevazione culturale delle masse sarebbe
stata garanzia sufficiente. Forse lo sarebbe stata, ma per tutte le
ragioni che sappiamo quel progetto si rivelò utopico. Le sue macerie
sono sotto i nostri occhi. Prima ancora c’era stato l’espediente di
assicurare una sopportabile tenuta sociale attraverso il timore degli
dèi. Famosa l’ipotesi del filosofo greco Crizia (siamo al solito V
secolo a.C.) che fa risalire all’invenzione degli dèi la premessa per la
nascita della civiltà. Le leggi non possono assicurare un controllo
totalmente efficace sul comportamento umano. Dunque per garantire la
legalità: «Un qualche uomo ingegnoso e saggio di mente inventò per gli
uomini il timor “degli dèi”, sì che uno spauracchio ci fosse ai malvagi
anche per ciò che di nascosto facessero o dicessero o pensassero». Cito,
con un sorriso, un’applicazione diciamo umile di questo “timor di Dio”.
Nelle elezioni del 1948, che furono il primo vero spartiacque politico
del dopoguerra, la Democrazia cristiana fece grande uso di manifesti con
la scritta minacciosa: «Nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin
no». Tornando al discorso serio, l’invenzione degli dèi ha funzionato a
lungo come deterrente. Oggi invece, soprattutto nei paesi dove la
religiosità tende ad essere più rappresentazione esteriore che intimo
convincimento, il timor di Dio sembra scomparso. Divinità e santi
tendono a diventare orpello, superstizione, soprammobile.