domenica 15 maggio 2016

Repubblica 15.5.16
Roberto Giachetti.
“Io più a sinistra della Raggi Sel si liberi dell’antirenzismo”
L’appello del candidato del Pd agli “orfani” di Fassina a Roma. “In gioco la città, non il governo. L’esponente 5Stelle muta sulle unioni civili”
intervista di Mauro Favale

ROMA. «Ci si può dire di sinistra senza pronunciare una parola sui diritti civili? O giusto il minimo sindacale?», si chiede Roberto Giachetti. «Ecco, Virginia Raggi fa così perché non vuole perdere i voti di destra, perché l’elettorato a cui si rivolge è quello». Lui, invece, esponente del Pd, di una cosa è certo: «Sono più a sinistra di lei». A tre settimane al voto, nella capitale si parla di destra e sinistra. È l’effetto della decisione del Tar che ha bocciato Stefano Fassina, escluso per irregolarità nella raccolta delle firme.
Fassina sostiene che due terzi dei suoi si orienteranno tra astensionismo e M5S.
«Gli elettori di Fassina devono porsi due domande: chi è in grado di risolvere i problemi di Roma? Io o la Raggi?».
Quell’area lì, però, non vede di buon occhio Renzi. Il suo primo sponsor può essere un ostacolo alla conquista di quei voti?
«Si vota sui problemi di Roma, non sono né elezioni politiche né il congresso del Pd. E poi si sa, io le mie idee le porto avanti a prescindere da Renzi. Si è visto al referendum sulle trivelle».
Fassina dice che il centrosinistra a Roma è morto con le firme dal notaio per cacciare Marino.
«Le dimissioni di Marino le aveva chieste Sel prima di quelle firme. Ma possiamo cancellare il centrosinistra a Roma per questo? È chiaro che l’obiettivo di Fassina era quello di utilizzare Roma per colpire Renzi. Guardiamo alla Regione Lazio: lì si governa bene, Roma merita lo stesso».
Del programma di Fassina lei prenderebbe qualcosa?
«Per esempio la proposta sulla rinegoziazione dei tassi di interesse sui mutui del Comune. Oggi li paghiamo al 5%, si potrebbero dimezzare. Apriamo un tavolo col governo. Così avremmo più risorse per il sociale».
Lei è favorevole all’ingresso dei privati in Atac e Ama?
«Ho sempre detto che Atac va prima di tutto risanata. Pensare di privatizzarla significa svenderla. Per Ama vale lo stesso. Rispetto a Fassina penso che le quote di alcune municipalizzate, i cui servizi non competono al Comune, si possano cedere».
Tra una settimana annuncerà la sua giunta. Ci saranno personalità di richiamo per il mondo della sinistra, da Bray a Tocci?
«A Bray ho chiesto contributi sulla cultura. Tocci lavora al nostro programma. Nella giunta ci saranno nomi autorevoli e competenti ma per rispetto a Roma e agli elettori non ci saranno specchietti per le allodole. Saranno personalità che parleranno a tutta la città».
Vicenda Pizzarotti: pensa che l’atteggiamento del M5S possa intaccare il consenso della Raggi?
«Lei un giorno dice che gli avvisi di garanzia sono come manganelli e, quindi, i magistrati sono dei picchiatori. Poi fa retromarcia a seconda di cosa stabilisca Casaleggio. Lei con chi sta? Con Grillo che espelle le persone via mail o con Pizzarotti? Quale autonomia può avere un sindaco di Roma che prende le decisioni in base a cosa decide una società privata di Milano?».
In pochi giorni a Roma c’è stata una manifestazione sgomberata con gli idranti, un blitz di Forza Nuova al Gay Center, un assalto a un banchetto di CasaPound che minaccia risposte muscolari. Il clima si sta avvelenando?
«Dove c’è violenza sto dall’altra parte. I blitz delle formazioni neofasciste non possono avere cittadinanza a Roma».
Marchini ha ammesso di fare campagna elettorale in utilitaria e, la sera, di cambiare auto e riprendere la sua Ferrari. Che effetto le fa?
«Marchini fa cose di giorno per poi cambiarle di notte. Fino a qualche settimana fa, la mattina dichiarava di essere libero dai partiti e la sera si metteva d’accordo con Berlusconi e Alemanno. Il gesto è in linea con la sua campagna elettorale».
E la sua come si concilia col ruolo di vicepresidente della Camera?
«Faccio, con impegno e sacrificio, entrambe le cose. Mi piace presiedere la Camera e sono stato felice di avere avuto la possibilità di votare le unioni civili. I turni di presidenza sono ogni 15 giorni. Ora se ne riparlerà l’ultima settimana di campagna elettorale».
E come farà coi comizi finali?
«Un modo si troverà».